Forse ricorderete “Seachange”, il disco che Beck pubblicò nel 2002, subito dopo esser stato scaricato dalla bella Wynona Ryder. Era un disco acustico tutto ammorbidito da arrangiamenti d’archi, malinconico, elegante, un po’ autocommiserevole e noioso ma almeno “vero”, poichè frutto di un dispiacere autentico.
Ebbene, anche Ray Lamontagne è un “loser”, sintonizzato sulle stesse frequenze di quel Beck più conservatore. Accompagnato in pratica dal solo produttore/polistrumentista Ethan Johns e da un quintetto d’archi dal suono ovattatissimo, dotato per sua fortuna di una voce country-soul molto bella, il nostro cowboy del New Hampshire si presenta al Mondo con questo esordio composto da 10 tracce acustiche che non sono il semplice risultato di una ricerca estetica languida e furbetta: è per questo motivo che dopo qualche ascolto il disco ci ha convinto.
Se poi apprezzate i cantautori country-rock americani degli anni settanta tipo James Taylor, Neil Young e Steven Stills allora accomodatevi, questo è il vostro CD di Natale. Siete avvisati, in ogni caso: “Trouble” è un’opera dai toni sommessi e bucolici, fatta di perfette ballate strappalacrime ed un po’ avvilenti (‘Burn’, ad esempio, canzone per sola voce e chitarra, ci ricorda ‘My Father’s House’ di Bruce Springsteen), ma non aspettatevi sensazioni molto varie.
Sentite come ha deciso di fare il musicista, Ray, in un estratto dal suo website: “…una mattina mi svegliai presto per andare a lavorare nella fabbrica di scarpe, la radiosveglia iniziò a suonare una fantastica canzone: era ‘Tree Top Flyer’ di Steven Stills; rimasi seduto nel letto ad ascoltare inebetito, era bellissima. Quel giorno non andai a lavorare, piuttosto mi recai al negozio di dischi e comprai ‘Stills Alone’, che mi cambiò la vita. Lasciai il lavoro e cominciai a comporre”.
Autore: Fausto Turi