Grazie alla voce che si ritrova, già da un po’ in Gran Bretagna si attendeva questo album di Sipho. – preceduto nell’ultimo anno da una strategica catena di singoli… – che lo pone tra i nomi di vertice del nuovo soul grazie ad un’opera solida, emotiva e formalmente impeccabile che guarda alla tradizione della black music, ma anche al trip hop denso ed alle atmosfere chiaroscurali à la Barry Adamson, contando sui testi autobiografici di un giovane inglese di oggi, con tematiche mistiche, religiose – molto sentite da Sipho. a giudicare dalle interviste, dalla copertina, dal titolo e dai testi del disco – ma anche un discorso sul mantenere innocenza e speranza a dispetto del sopraggiungere dell’età adulta.
Stile, intensità, falsetto penetrante, musiche possenti ed articolate in cui elettronica e pianoforte dialogano bene, Prayers & Paranoia (pubblicato dalla label Dirty Hit) non si distingue particolarmente per innovazione, in un genere – il soul – ormai ampiamente collaudato, ma ci indica la via per uscire dal pantano dell’urban e della trap in cui la black music s’è cacciata da troppo tempo: fare magari tre passi indietro e ripartire in un’altra direzione, contando su melodia, saper cantare, eleganza ed arrangiamenti ambiziosi. Tutte cose che in effetti abbondano nei 13 brani al contempo fisici e mentali che, è giusto chiarire, contemplano si risvolti religiosi, ma sempre in una scrittura molto informale, problematica, nel linguaggio di tutti i giorni, perché quella di Sipho. è una fede molto dialettica, priva di dogmi e certezze.
Possenza orchestrale, pianoforte elegante, ritmi funk, elettronica liquida e brani ballabili vanno in sintonia con passaggi intimi e crepuscolari, per un disco che verosimilmente ha le risorse giuste anche per il mercato americano.
https://www.instagram.com/siphotheizm/