State pur certi che con i Frank Dd and Friends il bicchiere lo troverete sempre mezzo pieno poiché è una band che fa della musica un dogma viscerale e sa farsi intendere, ovunque, con un linguaggio universale positivo, come se le loro partiture fossero scritte in esperanto. Difficile resistere all’energia profusa con solarità cangiante dal combo di Prato: otto elementi (ognuno soprannominato con un’identità animale), come otto sono i brani di “S.o.s. Kaos”, ideale orlatura di una trilogia cominciata con i precedenti “Radio Nigeria” e “Dannata dimensione”. Miagola subito “Un gatto”: dinamico ska in rima libera che avviluppa l’orecchio per la sua circolarità nell’ottimo refrain. Con un’efficace regolarità reggae, il singolo “Spara” punta all’incoronazione del “catchy”, in quanto nello strale grintoso della narrazione sta la sua grande fruibilità. Visionare il relativo video, please: vi toccherà nel profondo. Strutturato su bizzarre scalate di note verso il basso, “Una lingua” è il brano più bizzarro del menù, che merita un ascolto in più. La title-track è spigliatamente verace a doppia ritmica ed ostenta l’invito a rottamare le più bieche futilità che allignano la nostra anima e che portano al concreto pericolo di illudersi di riuscire ad immagazzinare tutto a velocità siderale, ritrovandosi, però, con un pugno di mosche culturale ed esistenziale.
Per i Frank DD and Friends la musica è quotidianità vissuta con occhi aguzzi, tendenti a scrutare al meglio quali siano i fili plausibili che legano l’intrecciarsi degli eventi ed anche se resta, tendenzialmente, un disco di chiara denuncia sociale è proposto con garbato sberleffo e ludica ironia. Invece, “Piglia bene” è moderata nel suo incedere ma rabbiosa nel contenuto ma a fin di bene e l’incipit non ammette deroghe: ognuno è artefice della quantità di positività che immette nel suo vivere per raccogliere quanto seminato. Giocando con l’assonanza del titolo “C’è chi” con “check” (ossia: controlla), il reggae in levare è sintomatico dei nostri rimbalzi esistenziali, sempre alle prese con gli antipodi dell’intraprendenza: chi guarda il soffitto e chi rivolta il mondo ed i Frank DD and Friends provano ad accendere la lampadina del risveglio. La conclusiva “Inconsapevolezza” è finalizzata a rilanciare una coscienza consapevole per debellare l’ipnosi collettiva dilagante e, poggiando sulla purezza di un baby-chorus, lasciano ai posteri l’ardua sentenza per affrettarsi a stipulare , quanto prima, una polizza sul presente, unica certezza disponibile. Tra i dati certi di “S.o.s. Kaos” è che parla a colori, emettendo strali di freschi bagliori su tematiche di vita che non possono essere obliate dalla rassegnazione, perché il combo ha ben presente che prima c’è l’uomo del musicista ed è proprio la voglia d’accomunanza fraterna che fa di questo “bestiario” Pratese uno zoo vincente, perché anche di fronte ad un’eclissi, loro sapranno scorgere sempre contorni di luce.
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autore: Max Casali