Si è sempre favoleggiato sulla Sonic’s Rendezvous Band, una della formazioni più leggendarie della storia del rock. Soprattutto perché lo straordinario supergruppo di Detroit, formato dal chitarrista Fred “Sonic” Smith all’indomani dello scioglimento degli MC5, aveva lasciato ai posteri una sola rilucente gemma impressa sui solchi di vinile: l’epocale singolo “City Slang”.
Nonostante quell’unica testimonianza discografica, le gesta del gruppo che annoverava la crême dell’hi-energy rock’n’roll della Motor City (il cantante e chitarrista Scott Morgan, ex Rationals; l’ex batterista degli Stooges, Scott Asheton; l’ex bassista degli Up, Gary Rasmussen e, appunto, Fred “Sonic” Smith degli MC5) erano oggetto di una venerazione crescente da un angolo all’altro del pianeta. Le uniche testimonianze sonore rimanevano i bootleg, spesso di bassissima qualità, fino alle due improvvise uscite per Mack Aborn negli anni ’90: gli album compilativi “Sweet Nothing” e “City Slang”. Esauriti e mai ristampati quei dischi, sulla SRVB era calato l’oblio discografico, mentre permaneva intatto il culto, alimentato anche da nuovi fans e nuovi gruppi che ammettevano espressamente di ispirarsi alla formazione di Detroit (un nome su tutti: gli Hellacopters).
Adesso, grazie all’intraprendente etichetta inglese Easy Action, arriva addirittura uno splendido cofanetto sestuplo a raccontare per intero la parabola artistica della Sonic’s Rendezvous Band. Si tratta di cinque album live e uno con raro materiale di studio, per la bellezza di 66 canzoni, 47 delle quali mai pubblicate finora, neppure sui bootleg.
Sul primo CD, datato 1975, è documentato un concerto con la prima embrionale line-up. In formazione c’è ancora il bassista Ron Cooke, che firma pure un paio di brani, e diverse cover fanno parte del set (“Promised Land” di Chuck Berry, “Let The Kids Dance” di Bo Diddley).
Il secondo disco è un live del 1976 alla Lampere High School di Madison Heights: la band è ormai stabile e affiatata e la maggior parte dei brani sono frutto della penna di Scott Morgan (“Dangerous”, “Asteroid B612”, la splendida “Slow Down (Take A Look)”).
Il terzo, registrato al Masonic Auditorium di Detroit nel 1978, rasenta la perfezione: parte con “Electrophonic Tonic” e poi inanella una serie di brani spettacolari tra cui le epocali “Sweet Nothin’”, “Love & Learn”, “Song L” e soprattutto “City Slang”. Un altro concerto mozzafiato è contenuto per intero sul quarto CD, ma le vere perle del cofanetto arrivano con gli ultimi due dischi. Il quinto “The Melancholy”, sottotitolato “Various Basement Tapes and Live Rarities” raccoglie una quindicina di brani, per lo più provenienti da rarissimi demotape, tra cui una “Step By Step” con Lenny Kaye del Patti Smith Group alla chitarra e la cover dell’oscura “Flight 505” degli Stones. Ancora rarità sul sesto CD, “Too Much Crank”: oltre ai classici del gruppo, spicca la lunghissima, dilatata e psichedelica “American Boy”, con Fred “Sonic” Smith che si occupa pure di suonare un sax in chiave free-form.
Raccolta definitiva sulle vicende della leggendaria formazione di Detroit, “Sonic’s Rendezvous Band” è il cofanetto che i fans del gruppo e gli amanti del rock della Motor City attendevano da anni. Letteralmente, un must.
Autore: Roberto Calabro’