È dura essere adolescenti in America. I bulli che ti rompono le palle a scuola. Tuo fratello maggiore che ti fa da padre, visto che quello vero s’è spiaccicato il cervello su tutto il muro. Oppure, quando ce l’hai, c’è che c’hai due genitori omosessuali che non sarà mica un problema, ma andate pure a dirlo agli altri. O magari sei un ciccione dislessico e un po’ ritardato, forse pure buono, ma bastardo quanto solo un bambino può essere.
Ecco – diciamolo subito – niente di che, questo film: roba da Sundance Film Festival, si va a vederlo giusto per curiosità, in un’estate al solito zeppa di horror fatti male e commedie che già a definirle tali gli fai un complimento. Che già pensi che sarà la solita roba intellettualoide (ovvero quando gli americani senza soldi – né talento – fanno i cool), però quello che ti incuriosisce sono tutti quei riconoscimenti appuntati sulla locandina a mo’ di stellette guadagnate sul campo: Cannes, Torino, London e via così. Poi leggi la storia e già ti interessa un tantino di meno, e se fai caso anche al fatto che il nome richiama alla memoria la cazzata tardo-adolescenziale di quest’ultima generazione (Dawson’s Creek: eppure, quanti giovani attori ha sfornato?) allora la voglia di vederlo scema ancor di più. Però si va lo stesso.
Perché potremmo dire anche Stand by me o Il signore delle mosche, giusto per inquadrarlo. Ovvero quando gli adolescenti si scontrano con l’orrore o, meglio, quando i bambini diventano grandi. L’orrore è una tappa obbligata della nostra vita? Pare di sì, in un modo o nell’altro.
Queste sono storie che attirano, perché bambini lo siamo stati tutti no? E quanto bravi sono gli americani (mai cresciuti) a raccontare queste storie?
Quando si andava in giro, con gli amici, a fare passeggiate, nella natura per i più fortunati, in mezzo alla strada per quelli meno, meno fortunati ma sicuramente più svegli. All’avventura.
Che andavi a scuola tutti i giorni, e poi arrivava il giorno della scampagnata con gli amici, perché era il giorno del tuo compleanno (ma anche no) e allora decidevi di festeggiare fuori, però giusto due giorni prima quel bullo del cazzo ti aveva preso a pugni, proprio davanti alla tua ragazzina poi, e allora decidevi di invitare anche lui, perché tuo fratello più grande e i suoi amici gliel’avrebbero fatta pagare. E allora sì, in macchina, si parte.
Autore: Lucio Carbonelli luciocarbonelli@gmail.com