Dieci nuovi brani di intenso garage paisley rock’n’roll nel nuovo album di Dan Stuart, che non si propone come semplice mestierante ma gioca a carte scoperte forte di un passato importante con la leggenda minore Green on Red dal 1979 al 1993, un side project rispolverato ogni tanto con l’amico Steve Wynn a nome Danny and Dusty ed una carriera solista ripartita nel 2011 dopo circa 15 anni di oblio che ha destato sorpresa ed interesse grazie alla freschezza ed alla spontaneità che non ti aspetti, in questi casi.
Rispetto ai Green on Red il baricentro è maggiormente spostato sul rock’n’roll, piuttosto che sulla neo-psichedelia (comunque presente in ‘Last Blue Day‘ e ‘Zipolote‘), con una gamma piuttosto ampia di idee che vanno dai Rolling Stones (‘All over You‘ ed ‘Elena‘) al tex-mex, da Leonard Cohen (‘The Knife‘) al jazz (‘Zipolote‘) dal garage messicano (‘Soy un Hombre‘) agli Stooges (‘Hola Guapa‘, ‘The Whores Above‘) fino al merseybeat.
Riferimenti classici e canonici, assolutamente, per un artista non più giovane – ok, si: ha 18 anni meno di Mick Jagger e ne dimostra di più, ma almeno Stuart non sembra una mazza di scopa con la parrucca tinta… – e tuttavia il risultato è ben credibile proprio in virtù della spontaneità e della freschezza cui si accennava in precedenza: niente esibizionismi, citazionismi (magari ‘Name Hog‘ sarà inutilmente sixties, questo ci sta, però è un brano piuttosto piacevole…), niente remake e nostalgie, nessuna sponda furbetta agli appassionati del garage psichedelico, piuttosto scrittura pregiata ed arrangiamenti asciutti, spessore, attitudine ed una voce discreta, per un disco che riesce a stare fuori dalle epoche e dalle mode.
http://www.marlowebillings.com/
https://www.facebook.com/DanStuartMusic/
autore: Fausto Turi