Presentato, caso senza precedenti per un documentario, nella sezione Settimana della Critica durante l’ultima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Dancing with Maria del goriziano Ivan Gergolet è un poetico affresco di Maria Fux, icona della danza Argentina, celebre per le sue sedute di danza terapia.
Maria è la gamba malata di sua madre. Leggiadra, l’artista ormai ultra- novantenne ha volteggiato nella storia dell’arte della danza, diventando un’icona nel proprio paese. E ogni suo movimento è stato, e lo è tuttora, ricerca, slancio, omaggio all’infermità materna che, sola, capì quanto fosse importante per la figlia danzare.
Maria è una donna dagli occhi enormi, pieni di gioia. “La vita mi ha dato, tanto, poco, nulla, qualcosa” dice, parlando di sé, davanti alla telecamera del regista Ivan Gergolet.
Sfuggente nel privato, “abbiamo dovuto inseguirla nei corridoi e non è stato facile riprenderla tra le mura domestiche” – ha raccontato Gergolet – la signora Fux ha liberato, grazie alla danza, corpi e anime, sempre pronte a ritornare nel suo atelier.
“Da Maria si torna sempre” conferma sullo schermo Maria José Vexenat, al fianco della Fux, da quando appena decenne seguì uno dei corsi della danzaterapeuta argentina.
A tornarci è stato lo stesso Gergolet, catturato dal magnetismo di una donna che ha oltrepassato le epoche mantenendo intatta la propria bellezza, la grazia, la determinazione nella ricerca dell’essenza del movimento, la capacità di penetrare l’animo umano, restituendo a ciascun corpo il proprio ritmo.
“Nel 1942- racconta Maria in una delle scene del documentario – guardando un albero in autunno e una foglia che cadeva, decisi di fare quel tipo di danza, ma quando cercai una musica adatta non la trovai. E allora chiesi alla foglia di autunno: “Hai bisogno della musica per muoverti? La foglia rispose di no, che aveva bisogno del vento”. Da quel momento Maria cominciò a cercare il ritmo interno, elemento fondante della sua danzaterapia.
L’occasione che ha portato il regista goriziano all’atelier di Avenida Callao, nel cuore di Buenos Aires, è stata regalata dalla moglie del regista, ballerina, catturata da Maria Fux e dal suo metodo. Ne è nata un’intervista, realizzata nel 2010, tanto potente da convincere il produttore, Ivan Princic, della necessità di fare un documentario sulla donna.
Nasce così Dancing with Maria, un film potente, poetico, sorretto dal carisma e dalla forza mistica di Maria Fux. L’artista appare nelle immagini di Gergolet come una sorta di Madre Teresa di Calcutta, in grado di donare la gioia della danza finanche ad una ragazzina sorda, come Maria Garrido, rincontrata dopo trent’anni proprio durante la lavorazione del film. Un processo durato tre anni, sofferto perché incapace in principio di restituire il magnetismo, la forza di quanto accadeva nell’atelier di Avenida Callao. “All’inizio è stato frustrante, io e David Rubio (direttore della fotografia) le abbiamo provate tutte: camera fissa, ci siamo fusi col mobilio, abbiamo cominciato a seguire le lezioni”. Il risultato è un capolavoro in grado di restituire la forza delle emozioni, la bellezza dei movimenti, il dolore di alcuni vissuti, il vuoto, il silenzio, il buio di quelle esistenze.
Due ragazzi Down, una poliomielitica, la moglie del regista e naturalmente Maria Garrido, i soggetti su cui Gergolet sceglie di soffermarsi. Quasi a voler dare una narrazione, a incasellare, ciò che è movimento.
Maria Garrido fu importantissima per la Fux. La danzatrice di origini russe (la sua famiglia emigrò in Argentina per sfuggire ai Pogrom) la incontrò da bambina. La Garrido era stata trovata in una grotta della Patagonia, incapace di sentire e di camminare. Maria le regalò il dono della danza.
Gergolet riesce a dare coerenza narrativa ad un lavoro in continuo movimento, raccogliendo e creando contrappunti dalla straordinaria forza emozionale. Il film riesce a catturare lo spettatore, gettandolo in un vortice passionale. Maria Fux incanta, col suo castigliano sporco, porteno; la grazia dei suoi gesti; il magnetismo del suo sguardo, la travolgente energia del suo essere.
Prodotto dalla Transmedia di Ivan Princic, in una coproduzione italo-serbo- argentina, la proiezione lagunare è stata preceduta da un flashmob delle “fuxiane”
Impressionanti alcune scene dell’opera che appaiono come sequenze di un poetico lavoro di video arte.
https://www.facebook.com/pages/Dancing-with-Maria/1501491576751619
autore: Michela Aprea
DANCING WITH MARIA – trailer italiano from Ivan Gergolet on Vimeo.