Dopo il buon Vipra, salgono sul palco i sei svedesi pochi minuti dopo le 22.00, per suonare un’ora e mezza scarsa. L’aspettativa era molto grande e i Viagra Boys hanno soddisfatto pienamente il pubblico, che ha cantato, ballato e pogato per tutto il tempo, senza interruzioni, dato che il gruppo non si è risparmiato. Anzi, è stato molto generoso per tutto il set, dimostrando di avere un’elevata professionalità e di saper tenere il palco in maniera molto efficace. Sebastian Murphy si diverte e fa divertire con i sui balletti, non molto atletici, e con la posa da punk irriverente e provocatorio, come sono gli stessi brani del gruppo. Il nuovo chitarrista, Linus Hillborg si è integrato alla grande, sostituendo degnamente Benjamin Vallé. A differenza che su disco, dal vivo il gruppo scandinavo fa emergere maggiormente l’elettronica, che si fonde perfettamente con le sonorità post punk di chitarra, basso e batteria e con le distorsioni del sax di Oscar Carls.
Il concerto si apre con la sferragliante “Ain’t No Thief”, impreziosita da una techno-d’n’b molto spinta e da un intrigante wah-wah della chitarra. Dopo “Slow Learner”, il il pubblico esplode con “Punk Rock Loser”, seguita dall’accesa “Baby Criminal”. Con “Return to Monkey” il Beky Bay diventa un’enorme discoteca e con i riverberi con cui giocano Hillborg e il tastierista Elias Jungqvist. Tra i cavalli di battaglia, se la scaletta non prevede “Girls & Boys” e “Big Boy”, almeno sono presenti una “Troglodyte”, più spinta che su disco, e “Sports”, particolarmente pulsante e ben accolta, ma che i VB spezzano improvvisamente rallentandola, per dare spazio all’improvvisazione e al sax distorto. Questo modus operandi è stato utilizzato anche in altri brani, in particolare alla coda di “ADD” e di “Ain’t Nice”, in cui il gruppo si è lasciato andare anche al noise. Il concerto si conclude alle 23.30 in punto, dopo la frenetica e irrefrenabile “Research Chemicals”, con cui il pubblico si è esaltato in un pogo forsennato.
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autore: Vittorio Lannutti