Simone Cicconi fa parte di quella schiera di artisti che non si limita a scodellare album ogni 2-3 anni ma applica più vocazioni anche verso il mondo delle soundtracks, in veste di sound-designer, con l’alias UNDAtheC. Oggi è la volta di Cosa potrebbe mai andare storto?, terzo full-lenght in uscita a settembre, benché doveva veder la luce nel periodo complicato del lockdown. Beh, poco male se poi il risultato è più che lodevole, curato con trovate che si lasciano ricordare ed orlate da sedimenti d’elettronica e buon cantautorato. Un percorso istintivo, fantasioso, eclettico di tematiche, se vuoi semplici, ma le quali non tediano mai , visto le mille variabili che si possono estrapolare, di volta in volta, in base all’esperienza personale. Si parla d’amore, di addii, di aneliti e chimere: insomma, di vita sotto la lente del discernimento sagace e sensibile. In aria cosmica, comincia il percorso con Il vuoto for(ag)giando i contenuti con aspetti densi e grintosi che utilizza, con maggior vigore, nella seguente Non si può stare senza te , mentre Lontano da qui e La pioggia scenderà sono brillanti atti di modernariato ballad, nelle quali convivono passione ed energia. Il singolo Cover band sfodera strali d’efferato electric-rock che graffia senza incertezze catturando al primo impatto: scelta che risulta azzeccata come uno dei portavoce dell’album. La verità è che ogni pezzo ha la pacca giusta per fare centro, come Me lo dicevano o Il paradosso di Fermi che, per tutta la grinta che sprigionano, farebbero gola a Nek. Alla penultima curva, Un’altra come te sterza in contesti rap-rock-funk, esaltando trovate imprevedibili che, per certi versi, risulta una gradita sorpresa. Siamo certi che, ormai, Simone abbia definito la sua matrice stilistica con una formula coriacea e melodica pertinentemente rappresentata, in chiusura di disco, dalla bella Indietro non si torna. Al terzo album, si può appurare che il Nostro abbia affinato quel processo di maturità che anela di raggiungere ogni artista, e non è detto che la si ottenga in default senza un’applicazione costante ed un rimettersi in gioco per essere sempre sul pezzo . E poi, le due vittorie ottenute a Musicacultura ed una sequela di finali raggiunte in concorsi prestigiosi, non sarebbero piovute dal cielo in assenza di brillante qualità e (perché no?) personalità. Perciò, è il momento di puntare i radar verso questo tipo di artisti che han davvero proposte di contenuto. Pertanto, per quanto analizzato, a Simone Cicconi…cosa potrebbe mai andare storto? Ecco, appunto, meditate gente…meditate!
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autore: Max Casali