Due bianchi votati al nero, alla musica nera. Due bianchi e un destino in comune fatto d’incontri …
Bill Evans (stiamo parlando del sassofonista e non del – più celebre – pianista statunitense jazz “europeo” per eccellenza deceduto nel 1980) esordisce all’età di 22 anni nel gruppo di Miles Davis, con il chitarrista Mike Stern e il giovane bassista Marcus Miller; con Davis, Evans inciderà, tra l’altro, “The Man with the Horn” e “Decoy” prima di militare con la Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin nella sua rinascita post 1983.
Miles Davis, quindi … e proprio Davis recluta Robben Ford come chitarrista nel suo tour del 1986, certo della versatile capacità di Ford nel giocare tra il blues e il jazz elettronico dell’epoca, ai limiti con quella che la critica definirà fusion.
Ford, infatti, nasce nei solchi di “Discovering The Blues” (1972), nel 1977 fonda i “The Robben Ford Group”, nucleo dal quale prenderanno poi vita gli Yellowjackets.
Ed è così che a firma di Evans e Ford, è stato dato alle stampe per earMUSIC, “The Sun Room”.
In vero, Ford e Evans, negli ultimi anni, hanno soventemente condiviso il palco e lo studio di registrazione, formula quest’ultima che i due musicisti hanno inteso replicare ancora una volta.
“The Sun Room” si presenta come un solido disco d’esperienza, in cui la matrice rock blues traccia linee distinte su matrici jazz-fusion.
Tra le trame fusion di “Star Time”, il pedinamento da deserto urbano di “Catch a Ride”, il grasso ondeggiare di “Big Mama”, la notturna e fumosa “Pixies”, le commistioni della trasversale “Insomnia” e le pennellate rarefatte di “Strange Days“, Ford ed Evans insegnano alle nuove generazioni la possibilità dell’eleganza e come sia inutile salire necessariamente sulla giostra circense del virtuosismo a tutti i costi.
Va comunque detto che “The Sun Room” non è certo un disco rivoluzionario che trasuda novità, ma è sicuramente un già sentito di mestiere, sempre ben accetto, senta tempo e per ogni età.
Non a caso, riguardo al processo di registrazione, Bill Evans afferma, “Ogni tanto musicisti che la pensano allo stesso modo si uniscono per creare qualcosa che trascende i confini musicali ma che può comunque raggiungere un pubblico più ampio. Secondo me, la musica che abbiamo scritto per The Sun Room è senza tempo. Amo blues, jazz, soul, funk e questo album ha tutto ciò, suonato a livelli altissimi. Non potevo essere più felice. L’atmosfera era grandiosa durante le registrazioni ed era una gioia esserne parte. Ottimo lavoro ragazzi. Rifacciamolo!”
https://www.ear-music.net/artists/robben-ford
di Marco Sica