New Orleans? Anno 1950? No, questo lavoro di rivisitazione dello swing, musica profondamente americana, dimenticata, ma che nella sua epoca d’oro conquistò il Mondo, ritorna a galla ora, reinterpretata nel suo originario stile danzereccio, rock’n’roll, tipo Jerry Lee Lewis, e Bill Haley & his Comets, da una band europea, scandinava, al secondo disco. A dirla tutta, swing e boogie-woogie sono sempre stati ritmi da ballare, scatenati o romantici che fossero, e negli anni 40/50 erano le piccole orchestre di neri, poi anche di bianchi, a suonare questa roba alle serate, alle feste, ed alla radio, con grande successo; poi l’inevitabile declino, quando le chitarre misero da parte gli ottoni, le orchestrine di 12 elementi furono soppiantate dai più snelli quartetti rock’n’roll, ed i musicisti smisero di portare giacca e cravatta.
Nosey Joe, in pieno 2008, ci invita ad una festa con su per giù 60 anni di ritardo, ma ci fa piacere questo tuffo nel passato, suonato con passione sebbene fondamentalmente revivalistico: l’ascoltatore inesperto potrebbe persino pensare sia un’incisione d’epoca ristampata, inoltre 5 canzoni su 13 sono cover; rockabilly, qua e là, anche snellito e modernizzato, ma sempre mantenendo lo stile demodè. Anche uno “moderno” come Jon Spencer, del resto, ha dimostrato di amare questo tipo di rivisitazioni, col suo recente duo chiamato Heavy Trash, e lo stesso vale per i Motorpsycho, col progetto parallelo Tussler Society.
A sostenere l’impeccabile cantante svedese Joe “Nasone” – all’anagrafe Urbe Rydeslätt, che in ‘Ghost Riders in the Sky’ canta il blues di campagna proprio come un Tom Waits – ci sono i Pool Kings, formazione elettrica in cui spicca il pianista Joel L., cui s’aggiunge la sezione fiati con tanto di cornetto, strumento glorioso del jazz, da tempo dimenticato; tutto ben fatto, tutto ballabilissimo alle feste, molto senso dell’umorismo, una bella rivisitazione dell’evergreen ‘Knock Knock’ con duetto femminile/maschile, ma ben poche ambizioni, temo, di riuscire a farsi notare davvero, sul mercato discografico di oggi. Buone chance piuttosto di portare l’allegria sui palchi estivi in giro per l’Europa, come valida alternativa ai “soliti” concerti reggae e ska sulla spiaggia. Questi ritmi americani, in Italia, hanno sempre avuto un discreto fascino, e nel passato provarono a riproporli, dignitosamente, i Ladri di Biciclette di Paolo Belli; ma gli Svedesi, nel revival, battono tutti: più americani degli americani stessi.
Autore: Fausto Turi