di Rocco Papaleo Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Rocco Papaleo, Michela Andreozzi, Claudia Potenza, Max Gazzè
Se non siete mai stati in Basilicata andate a vedere questo film. Vi verrà voglia e ne guadagnerete. Ma andateci alla fine dell’estate quando il tempo è più clemente e il caldo non vi arrostisce guance e ascelle. Il “viaggio” sarà da costa a costa, cioè da Maratea, striscia pedonale tra Calabria e Campania, fino a Scanzano jonico, terra di memorabili battaglie anti-nucleare. Che poi è il pellegrinaggio, per i tanti borghi, dei protagonisti del film. Quattro marmittoni che formano una band folk rock chiamata Le pale eoliche e capitanata da Rocco Papaleo nei panni di un professore di matematica in un liceo artistico (e fa pure ‘u bastardo con gli studenti fissati più con Rembrandt che con le equazioni). “Basilicata coast to coast” segue il canovaccio del road movie ma in scala 1:200 rispetto alle traversate di Kerouac ed è bagnato zuppo di sentimenti arcitaliani (l’amicizia, il cibo, gli gnumaridd, il problema del sesso, i fallimenti nel lavoro nell’amore nella musica mai nella goliardia). Quadretti cialtroneggianti e picareschi saldati da una grande amicizia, che ci portano dalle parti di “Marrakesh Express”.
E’ anche una commedia musicale. “Basilicata is on my mind” e un’altra canzone sul panino con la frittata della mamma sono i “singoli”. Orecchiabili davvero. Bello quando Papaleo bagna simbolicamente con l’Aglianico del Vulture la rocca lucana dove si fermò il Cristo di Carlo Levi (e di Volontè). La bagna un po’ troppo però, e Briguglia: “Basta mo’ che sto vino ce lo dobbiamo bbere”.
Ci piace perché nonostante il passo brancaleonico e ripetitivo della truppa, e la scontata riscoperta di se stessi (Max Gazzè, anche lui, scopre se stesso) ricorda le sgroppate tra fratelli, micidiali e nobili, di quando si è giovani. Aria buona, polvere, e una terra aspra, del Sud, gratinata e piena di grazia che dà un bel senso alla fatica di vivere.
Autore: Alessandro Chetta