Prendete una delle voci più belle della musica contemporanea, nonché mente di una delle band più apprezzate nel panorama alternativo italiano degli anni Novanta. Poi, prendete ancora la prima orchestra italiana di ukulele. Aggiungete una manciata di grandi classici della musica italiana, da De Andrè a Capossela e unite un pizzico di collaborazioni illustri, come Nada e Riccardo Tesi.
Da una ricetta simile non poteva che venire fuori un piccolo capolavoro, cioè il disco “Maledetto colui che è solo”, dove la particolare unione tra Mauro Ermanno Giovanardi, ex voce dei La Crus, e il Sinfonico Honolulu da vita a qualcosa di davvero eccezionale.
Probabilmente sentire questi due nomi accostati e soprattutto, pensare ai rispettivi generi, farà storcere un po’ il naso soprattutto ai fan della prima ora dei La Crus ma per ricredersi basta ascoltare una manciata di brani dell’album. Ogni canzone appare trasformata, illuminata da una nuova vita, seppure risulti sempre fedele all’originale, niente stravolgimenti brutti per capirci.
La voce di Giovanardi si sposa a meraviglia con le melodie del Sinfonico e c’è da dire che il suono dell’ukulele conferisce a tutti i brani quel quid in più in grado di rendere il disco un lavoro davvero originale. Nella tracklist spiccano brani come “Ho visto Nina volare” di De Andrè, “Non è l’amore che va via” di Capossela, la divertente “Noi duri” di Buscaglione e ancora “Livorno” di Piero Ciampi, in cui Giovanardi duetta con Nada.
Un disco perfetto sotto ogni profilo, sia dal punto di vista tecnico che di quello artistico, perché le cover sono state tutte selezionate con gusto e soprattutto, omaggiate degnamente. Insomma, siamo forse di fronte a uno degli album migliori di questo 2013, assolutamente da sentire.
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autore: Veronica S. Valli