Con appena un lustro d’attività sulle spalle, a mio avviso poche bands han dimostrato una prorompente personalità come i toscani Bluagata, in uscita col terzo lavoro “Di stanze e nevrosi” per la V-Rec records. Voglia di esularsi dagli schemi classici è ciò che si manifesta a primo impatto, col fermo proposito di non cedere di un millimetro le loro convinzioni, già forgiate ed evidenziate nei precedenti; “Sabba” e “The desguises of evil”, dove nel primo regnavano connotati oscuri, mentre nel secondo spiccava un indirizzo metal-trendy.
Il nuovo full-lenght annovera 11 brani; numero tanto caro ai Nostri poichè, nell’esoterismo sta a significare un forte cambiamento a fronte di una grande forza. Nulla di più vero, visto che tal cambiamento lo han vissuto mentre componevano a distanza per poi contemplare una tracklist abitata da ipotetici inquilini di un condominio folle e variegato, come l’ignaro consumista, il moralista eremita o l’amica morbosa: personaggi che albergano nei singoli “Comodità” (tratteggiato in oscura nevrosi), “Persone vuote”, tanto spiritico quanto abrasivo o “Resti qui” che parte in aulica espressione per poi deflagrare con decisionismo istrionico. Invece, “Liberati” è un punk tellurico martellante senza tregua, efferato ed indomito come nessun altro atto in elenco. Strizzano synth per creare un tappeto inquietante nella tremenda “Palazzi”. Parola d’ordine: sorprendere. Detto, fatto! Tu prepari l’orecchio all’impatto con un “Asteroide” ed invece l’aere si placa seppur con misticanza onirica. Il tutto, rigorosamente espresso in lingua madre: vi pare poco? A casa mia si chiama coraggio ma anche sicurezza assoluta dei propri mezzi e brama di rappresentare qualcosa di diverso e ricercato. D’accordo, gireranno pure intorno alle geometrie di Bauhaus, Tool, Korn, Depeche Mode ma il ritocco al cerchio (quasi) perfetto è tutto loro, e si sente con quale fermezza vogliono centrare un bersaglio esclusivo. E se in finale ci dicono “Ti puoi fidare di me” gli crediamo senza riserve e senza remore, poichè non basta essere solo ottimi musicisti ma serve essere anche grandi persone che se ne infiaschiano delle facili dinamiche di mercato
per anelare spartiti con un loro distinto perchè. Le due female-founders Alessia Masi e Margherita Bencini c’hanno visto lungo sin dagli esordi. Sapevano che non sarebbe passato tanto per stupire con affondi lodevoli ed originali. Bel colpo!
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autore: Max Casali