Proprio mentre in Europa si fa notare la ventunenne inglese Adele, ecco che negli Usa, su Capitol music, un’altra giovanissima si gioca le sue carte. Californiana, ventunenne, Alison Sudol esordisce in questo Aprile 2008 con un album pop classico, celandosi dietro il nome A Fine Frenzy; il suo stile ricorda un po’ il cantautorato di Carole King – in versione più diluita e leggera, per la verità – e azzardiamo cotanto paragone poichè anche A Fine Frenzy compone morbide ed armoniose melodie per voce e pianoforte, arrangiate bene, ma secondo i canoni più commerciali, con una strumentazione rock tradizionale di supporto: batteria, chitarra, archi ed un basso molto robusto. Come lei stessa riconosce nelle interviste che concede di recente, uno sguardo all’Europa, e alle musiche di Coldplay e Keane, lo dedica con grande attenzione, e nel complesso direi che il disco è onesto, nel suo genere, sia perché vi si respira una generale freschezza, tipica dei dischi d’esordio di chi è giovane ma con passione autentica ha lavorato duro su di uno strumento musicale, sia perché, malgrado il target di A Fine Frenzy sia profondamente commerciale e radiofonico, una buona parte delle canzoni mantiene il profilo semplice di ballata romantica senza troppi trucchi e “ganci” furbetti. Per il resto, beh, sempre a Los Angeles ci sono i Devics, ai quali A Fine Frenzy potrebbe rubare quel tanto di coraggio che le manca, per decidersi a rinunziare al comfort dell’arrangiamento “da pilota automatico”, e trasformarsi in una notevole cantautrice, stile Isobel Campbell.
Autore: Fausto Turi