Che in Italia si sia abbastanza esterofili sembra abbastanza pacifico. L’erba del vicino, in fondo, non è sempre la più verde? Bruges, bellissima! La Venezia del nord. Ma Venezia l’abbiamo mai vista? Insomma, amiamo andare a vedere le bellezze estere, e a volte ci perdiamo quelle italiane.
E ogni tanto succede anche per la musica. O almeno, l’ultimo album dei salentini “Psycho Sun” ci conferma questo luogo comune. “Silly Things” (Urtovox) è infatti un lavoro solido, come solidi, musicalmente, sono i quattro ragazzi che ispirandosi al mitico “Marquee Moon” di quel genio di Tom Verlaine hanno tirato fuori il secondo cd (a cui si aggiungono un paio di mini-cd e qualche compilation). Popgaragerock e influenze new wave anni ’80 e l’album è pronto. Hives, International Noise Cospiracy, per intenderci; insomma, pochi accordi ma giusti, testi rigorosamente in inglese, tanta carica e una voce, quella di Tobia Lamare (accompagnato da Osvaldo Piliego alla batteria, Cesare Liaci al basso e Antonino De Blasi alla chitarra) potente, anche se a volte va troppo a quella di Verlaine. “Lovers” parte con una cadenza alla Robert Smith leggermente più allegro del solito, chitarra martellante in “A new toy” con voce urlata, omaggio della ditta. Quasi parlata è, invece, “Ben and Cicely”, e non possono mancare le ballads, come la bella “Time” o la title track “Silly Things”. “Corvette” è punk, nulla da dire, e fila che è un piacere, mentre i primi due secondi di “Something is happening” sembrano l’attacco di “Wish you were here” ma al terzo ci si rende conto, evidente omaggio, che qui ci sono i Velvet Underground. Gli ultimi due pezzi rallentano con la già citata Silly Things e la strumentale e lisergica “Walzer nice plane”. Un ottimo album per festeggiare i dieci anni del gruppo, e la dimostrazione che anche qui da noi si può fare dell’ottimo rock.
Autore: Francesco Raiola