Odio gli Amari. E’ più di un mese che non riesco a togliermi dalla testa le loro stramaledettissime “Conoscere gente sul treno”, “Bolognina Revolution”, “Campo minato” … Mi ritrovo a canticchiarle come un deficiente ovunque vada: per strada, in casa, in macchina e – come vuole il più abusato dei clichè – sotto la doccia. Ma poi che razza di roba fanno? Un pasticcio terribile di funk, hip hop, pop (hip-pop?), indie rock, electro…
Un attimo prima li senti rappare (quelle dannate rime che, come vi dicevo, mi si sono conficcate nel cervello), poi manco te ne accorgi e hanno già deciso di passare alle chitarre distorte. S’inventano ballad surreali, malinconiche e bizzarre, e un attimo dopo ti ritrovi a ballare su groove belli corposi.
Rassegnatevi: gli Amari, postmoderni e coloratissimi, intelligenti e paurosamente “catchy”, capaci come pochissimi altri di assorbire e ri-frullare stimoli, stili e umori generazionali (sono dei giovani Frankenstein del pop!), vi conquisteranno irrimediabilmente. Non fate come me, non cercate di opporgli resistenza. Arrendetevi sin da ora. Vi assicuro che mai resa fu più piacevole.
Autore: Daniele Lama