Dietro il nickname di Other Houses si cela Morgan Enos, attivo nell’industria musicale sia come staff writer di grammy.com, sia come critico di jazz. In questo Ep d’esordio si esprime con un power pop molto raffinato che deve tanto a Robyn Hitchcock, Billy Corgan, Jon Brion, Aimee Mann e XTC. I cinque brani in scaletta sono stati registrati a casa di Enos. Il disco si apre con il folk-pop zucceheroso di “Captive Audience”, nel quale Enos abbina una semplice melodia a un testo che stravolge il cervello e deforma la prospettiva. Il pop avvolgente, e per certi versi beatlesiano di “Jacket’s Creed”, nasconde la crisi esistenziale del cantautore scaturita quando si è reso conto che la vita di una persona cara non era, come credeva, in pericolo, e questo lo ha fatto vacillare quando ha compiuto trent’anni. Con la ballata pop di “Jacket’s Creed” accenna ai grandi del jazz fusion. Struggente la ballata di “Arc of the Arrow” e con l’intensa “Swine Among the Relics”, chiude un Ep che prospetta ottime cose per il futuro.
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