Immanuel Casto è finalmente tornato. Dopo un disco di greatest hits, un cortometraggio e un gioco di carte, Squillo, che è finito anche in Parlamento, il Casto Divo torna con un nuovo album dalla doppia anima, “Freak&Chic” e con un tour tutto nuovo. Lo abbiamo incontrato per chiedergli le ultime novità ed ecco quello che ci ha raccontato.
Iniziamo subito con il nuovo album. Raccontaci un po’ com’è nato.
Per quanto concerne i testi, il disco presenta appunto una dicotomia, proprio come dice il titolo, Freak&Chic. La prima parte si rifà alla mia produzione classica, mentre nella seconda c’è un Immanuel inedito, con testi più intimisti. Lo stesso discorso va fatto anche per le melodie, si va da quelle danzerecce a quelle più “sporche” per uscire dalla dance patinata, ci sono più strumenti tipici della musica rock per abbracciare meglio la nuova vena più profonda dei testi.
Quale ritieni che sia il pezzo più riuscito?
Faccio fatica a sceglierne uno proprio per queste differenze. Della prima parte, quella Freak, dire che è Tropicanal, che è un pezzo gaio in tutti i sensi. Della seconda, invece, “Da quanto sono morto”. Il testo non è contraddittorio ma è una critica molto precisa, perché il tema della morte è affrontato da un punto di vista più emotivo, senza l’aspetto goliardico. E’ una ballata cinica, incensa la morte come modo per respingere certi stati, certi avvenimenti della vita. Nel testo si parla della morte come fine di ogni tipo di problema, c’è addirittura una strofa che dice “non ingrasso più”.
Questo brano mi ha fatto pensare a una tua vecchia canzone, “Il tempo degli abusi”, il cui testo aveva comunque un argomento più profondo.
E’vero ma direi che qui c’è una tematica emotiva molto più presente rispetto ai precedenti testi, è qualcosa di diverso.
Lasciamo per un attimo da parte il disco e parliamo del tuo cortometraggio, “A Wonderful Life”. Com’è nata l’idea?
Avevo voglia da tempo di dedicarmi ad una corto, volevo raccontare una storia in maniera originale e credo di esserci riuscito, perché in “A Wonderful life” è sul tema del doppio ed ho voluto mostrare due persone diverse a cui succedono le stesse cose. Quello che cambia sono le loro reazioni, chi subisce la situazione in modo passivo-aggressivo e chi invece prova a reagire. E’ stata davvero una bella esperienza, tra l’altro il corto ha partecipato anche a diversi concorsi ed ha avuto un discreto successo. Però non so ancora se in futuro avrò ancora l’occasione di lavorare ancora a qualcosa di simile.
Facciamo una variazione sul tema dello schermo, dal corto passiamo alla televisione. Sei stato protagonista di una stagione del talk show Loveline su Mtv ma ti rivedremo in tv? Hai altri progetti?
Al momento non ho progetti televisivi. Ultimamente ho partecipato al programma Aggratis, condotto da Fabio Canino ed andato in onda su RaiDue. Per ora sono proiettato sul tour e poi, ti do un’anticipazione, perché ho intenzione di andare a vivere in Australia per qualche mese e naturalmente, seguirò da lì i miei progetti.
Ma come, il Casto Divo ci abbandona? Come mai vai proprio in Australia?
Era da tempo in realtà che volevo fare un’esperienza di vita all’estero e così ho colto l’occasione. La scelta dell’Australia è stata quasi obbligata, perché desideravo andare in un paese anglosassone. L’Inghilterra non mi fa impazzire, trovo che oramai Londra sia satura, ci si trasferiscono in tantissimi e io conosco persone che vivono lì in situazioni assurde e onestamente, non fa al caso mio. Negli Stati Uniti c’è invece il problema del visto per fermarsi per più tempo, mentre in Australia, grazie al Working Holiday Visa, posso rimanere fino ad un anno, quindi ho deciso di approfittare di questa opportunità. L’idea è quella di tornare alla mia prima passione, cioè fare l’art director, magari in agenzie locali. Ma non preoccuparti, non abbandono i miei fan, perché sarò sempre presente sui vari social network, anche se da lontano.
La cosa mi rincuora molto. Torniamo per un attimo a Loveline, perché ho una curiosità da chiederti: ha fatto il giro del web una telefonata fatta durante la trasmissione in cui venivano citati pezzi tratti da alcune tue canzoni. Ma tu te ne eri accorto?
Subito. La telefonata iniziò con un riferimento al Penny Club, un locale che non esiste neanche più, motivo per cui mi sono insospettito e poi ascoltando il resto ho capito immediatamente.
Torniamo alla musica, anche se non direttamente alla tua. Ti capita mai di ascoltare band emergenti? Ne hai qualcuna preferita?
A dire la verità non ascolto molte band emergenti. Per quanto riguarda quelle più famose invece, ho diversi gruppi di riferimento, come gli Editors, i Nine Inch Nails o i Rammstein e naturalmente, mi piacerebbe molto poter collaborare con loro. Passando alla musica italiana, invece, sono attratto da icone anni Ottanta come Donatella Rettore, Amanda Lear ma anche Mina.
Come ascolti la musica? Ti piace utilizzare piattaforme come Youtube, Soundcloud o Spotify?
Sì, mi piace, soprattutto Spotify, che utilizzo sia da fruitore che da venditore. Ho dovuto prendere un po’ di commiato dai CD fisici e purtroppo ne acquisto sempre più raramente ma devo dire che con il digitale mi trovo bene. Non riesco, invece, a fare il passaggio in questo senso con i libri, perché la soddisfazione di scorrere le pagine è troppo grande e non me ne riesco a distaccare.
Torniamo a te. Mi hai accennato che al momento sei impegnato con il nuovo tour per la presentazione del disco. Come sarà lo spettacolo? Ci dai qualche anticipazione?
Lo spettacolo è strutturato come i precedenti, quindi avrò i miei musicisti, le coriste e proporrò i miei pezzi più famosi oltre ovviamente ai brani del nuovo album; lo show dura circa un’ora e quarantacinque minuti. La novità è che leggerò un monologo molto sentito che ho scritto proprio io si intitola “Un piccione nel culo”.
Bel titolo! Non sapevo ti dilettassi anche di scrittura.
Sì, scrivo racconti brevi, grotteschi e pulp, mi diverto molto a farlo. Ho già letto questo monologo e il pubblico ha apprezzato tanto, quindi mi ritengo abbastanza soddisfatto.
In effetti, tra le voci che girano su di te c’è anche quella che eri iscritto alla facoltà di Filosofia e sei molto colto, non sorprende che ti piaccia scrivere. Chi sono i tuoi autori preferiti?
In realtà non studiavo filosofia ma ero iscritto a Lettere al DAMS di Bologna. Tra i miei autori preferiti ci sono soprattutto nomi stranieri ma ti cito una su tutti: Anne Rice. Mi piace davvero tantissimo.
Dalle tue interviste si evince sempre quanto tu sia una persona profonda ed intelligente, motivo per cui voglio farti anche una domanda a carattere politico. Che cosa ne pensi della situazione attuale del nostro Governo?
Non ho idee illuminanti a riguardo. Appartengo alla fascia demografica cresciuta sfiduciata dalla politica. E’ sbagliato staccarsene, lo so ma non posso farci nulla. A volte mi sento un po’ come i nobili francesi dell’epoca pre-rivoluzione, che vivevano in un contesto completamente avulso dalla realtà. Comunque, mi sento abbastanza sfiduciato.
Domanda conclusiva di rito. Che progetti hai per il futuro, ovviamente prima della partenza per l’Australia?
Credo che prenderò un po’ di tempo per me perché tra il disco, il tour e l’imminente uscita del nuovo capitolo di Squillo, il gioco di carte che ho creato, che si intitola “Bordello d’Oriente” e sarà presentato a fine mese a Lucca Comics and Games, sono parecchio impegnato. Insomma, credo che farò una piccola pausa.
www.immanuelcasto.it
www.facebook.com/castoimmanuel
autore: Veronica S. Valli