Il nuovo lavoro della band di Tim Kasher (già nei Cursive) è uno di quei dischi che ti capita di ascoltare sovrapensiero in un pomeriggio noioso qualsiasi come questo. Le canzoni scorrono cullandoti e non facendo altro – perlopiù – che assecondare il tuo torpore. Del resto che aspettarsi da una raccolta di placide ballate folkeggianti, con una chitarra acustica quasi sempre in primo piano, la bella voce di Tim a sussurrarti nell’orecchio, qualche tocco di tastiera e sporadiche distorsioni che comunque non disturbano più di tanto la quiete di fondo?
Eppure di tanto in tanto capita che l’attenzione venga piacevolmente destata da imprevedibili impennate, e che l’assopimento venga scongiurato da schegge impazzite come “Notes in his pockets”, col piano che duetta magicamente con le chitarre distorte e il ritmo che si fa nervoso, o può succedere che il piede inizi a portare il tempo – prima ancora che tu possa esserne pienamente consapevole – quando parte l’irresistibile “Lovers need lawyers” (fatela sentire a…chessò… i The Thrills, potrebbero impazzire!). Letteralmente impossibile, poi, non seguire con il fiato sospeso le mutevoli e meravigliose costruzioni melodiche della title track.
Certo non sarà – come recita l’ironico titolo – l’”album dell’anno”, ma come “disco della stagione” (l’autunno, ahimè) ce lo vedo benissimo…
Autore: Daniele Lama