Eyal Maoz, chitarrista di avant-jazz di origini ebree, è conosciuto ai più come il cattivo (e pazzo) ragazzo chitarrista del progressive jazz. Per una settimana il musicista si è chiuso nel The Stone, locale newyorkese il cui direttore artistico è John Zorn, e ha registrato queste diciassette tracce di pura improvvisazione.
Nel disco sono presenti tutti gli elementi del mondo artistico di Maoz, vale a dire il free jazz, il progressive, il folk ebreo, il rock ed il free jazz. Tra improvvisazioni e scoppiettii il disco non annoia mai, ma stupisce sempre. Le trovate sonore, gli intrecci e i guizzi d’ingegno che Maoz ed i suoi tanti collaboratori, che si alternano nei vari brani, sono sempre brillanti, ora con trovate pirotecniche, ora con momenti ballabili ed altri ancora con momenti schematici, nei quali si sconfina nel math più rigido. Insomma l’apoteosi dell’improvvisazione e della pura arte per l’arte sono presenti in questo disco, raro ed imperdibile.
autore: Vittorio Lannutti