All’inizio la bottega la mandava avanti una persona sola, Zach Yudin. Nel frattempo il nostro pensa sia cosa buona e giusta, dato i tempi di crisi, sensibilizzare sull’affare qualche parente stretto e chiama a raccolta suo fratello gemello Ben più tre amici comuni ad occupare rispettivamente batteria, tastiere e chitarra. Trattasi di Casey Wojtalewicz, Banah Winn e Christian Koons. Il nome del gruppo è Cayucas, più californiani di così si muore.
Passano due anni buoni dalla bravata e da piccolo artigiano, Zach fa girare più velocemente le rotelle della baracca, ma capisce di dover chiedere aiuto. Tramite la Secretly canadian di Bloomington, che gli aveva già commissionato l’esordio Cayucos, conosce Richard Swift. La storia potrebbe pure finire qui e io non avrei altro da scrivere, se non fosse che il ragazzo inizia ad attirare l’attenzione di critica e pubblico da quando il suo Bigfoot è uscito nei negozi nell’aprile scorso e la sua presenza è stata richiesta al Primavera sound. Ma facciamo un passo indietro e ritorniamo a Swift.
Personaggio discreto ma di non poca importanza negli ultimi anni di cambiamenti e tentativi di mercato. Sua la mano, come produttore si intende, nell’ultimo album del duo Foxygen come dei Mynabirds di Laura Burhenn e, andando a ritroso, nell’esordio solista di Laetitia Sadier. Richard oltre ad essere produttore è anche un bravo poli-strumentista e di suo è membro effettivo da due anni degli Shins di Albuquerque capitanati da James Mercer.
Per inciso in Port of morrow, ultimo album degli Shins, tastiere ed altri ammennicoli li suona lui. È ovvio che questa esperienza concentrata in non poi così tanti anni di Swift, abbia finito per pesare sull’indole di Yudin che, come una spugna, ha rapidamente appreso la lezione di questa sorta di fratello maggiore.
In bigfoot, secondo lavoro del ragazzo di Santa Monica, si ritrovano tutti gli accenti del pop “swiftiano” piu hype. Dagli Stereolab di Peng! – dettagli magari microtonali, ma ci sono -, alla spensieratezza dei Vampire Weekend, dai garagisti foxygen agli Shins di Australia tanto per intenderci, fino al crepitio beckiano di cui è avvolto tutto l’album.
High school lover pezzo altamente radiofonico è il momento più attraente del lotto, concentrato com’è di una ritmicità synth-bass da capogiro. Altri momenti di maggiore rilievo sono sicuramente il tropicalismo peninsulare di East coast girl e il suo lato b in Ayawa ‘Kya o il bubblegum quasi cold wave di Deep sea che veleggia su litorali prosaici.
C’è un significativo incipit alla Cure in Will “the thrill” che dimostra una cura tecnica e una versatilità emotiva che fa ben sperare per il proseguio.
La mano di Swift si nota in maniera particolare in Cayucos, pezzo squisitamente psych pop in apertura di tutto, nell’enfasi iniziale come nelle battute di metà brano. Nei prossimi mesi questa simpatica cricca viaggerà in tour tra Europa e Stati Uniti e così per tutto il restante anno. Se ve li trovate in giro dalle vostre parti, vi consiglio di andarli a vedere. Anche se Bigfoot brulica un po’ troppo di mare e sole, credo vada comunque bene come panacea per le fredde serate invernali.
http://cayucas.com
http://www.secretlycanadian.com
http://richardswift.tumblr.com
autore: Christian Panzano