Dopo aver collaborato per sette anni con alcune band hardcore di San Francisco, come Battleship e Prsms, Daniel Martens e Aleksander Prechtl hanno deciso di iniziare a scrivere canzoni insieme, così coadiuvati da Jermy Scott e Julian Benett Holmes hanno creato questo progetto.
Gli Zulus suonano un electro-industrial-noise post hc martellante e pieno di tensione. Il loro sound contiene gli elementi della new wave, del noise e dell’industrial, ben centrifugati. In ventidue minuti il quartetto esplode in noises martellanti, che non fanno prigionieri.
In “Kisses” gli Zulus dimostrano di aver ripreso la lezione dei Jesus Lizard, esprimendo la rabbia contenuta da momenti apparentemente feribili, ma che in realtà covano una tensione che quando emerge, viene fuori con molta aggressività. L’hardcore viene centrifugato e reso convulso nell’irruenta “Tremolo”, mentre il garage-noise dei Dirtbombs viene letto in chiave industrial in “Surgery”.
In meno di un minuto e mezzo di “Blackout” gli Zulus spezzettano anche il punk. In pratica questo gruppo è solo post, è tutto post: post-punk, post-hc, post-industrial.
Autore: Vittorio Lannutti