Niente di meglio che festeggiare la Liberazione per la sempre rossa Bologna con una band storica che ha fatto dell’impegno per i diritti umani una bandiera negli anni ’80: i Simple Minds da Glasgow sbarcano a Bologna, per la tappa emiliana del tour acustico che segue l’interessante cd Acoustic, ultima fatica del gruppo che sembra rinato dopo l’album Big Music che tre anni fa ne ha sancito la rinascita.
Charlie Burchill e Jim Kerr sono gli ultimi residui, e davvero infaticabili, di una band che contendeva agli U2 il primato mondiale dell’era new wave e rock pop al tempo di Live in the City of Lights e Once Upon a Time. Hanno perso per strada (ma non necessariamente in maniera definitiva, solo per il tempo di questo tour) il batterista Mel Gaynor, e da più tempo Brian McGee, Malcom Foster, Derek Forbes e gli altri che man mano li hanno accompagnati, ma è anche vero che i Simple Minds sono sempre stati loro due, voce e chitarra, inseparabili.
Per questo tour acustico, che ha azzeccato la mossa di suonare nei teatri, dove Jim può anche intrattenersi a parlare col pubblico (ha una casa a Taormina da anni, e conosce bene l’italiano), i due storici leader della band scozzese si sono fatti accompagnare da Sarah Brown al coro, Gordy Goudie alla seconda chitarra, e Ged Grimes al basso acustico, con la guest star Cherrisse Ossei, incredibile ed energica donna alla batteria.
Con questa corazzata il duo scozzese ha deciso di sfidare i teatri italiani (Roma, Milano, oltre che Bologna, Ancona, Firenze) con un unico obiettivo: fare un concerto rock anche se in acustica sfidando la platea e l’atmosfera di un teatro. “Nothing but acoustic”, infatti, è stato il commento di Kerr a chi gli chiedeva come suonava questo nuovo disco, nato e pensato per il tour dal vivo: i re dei sintetizzatori negli anni ’80 infatti non si sono voluti snaturare, ma hanno voluto riproporre le loro hit in un formato leggermente rivisitato, ma non troppo. Il risultato è che le canzoni suonano pulite, pure, fresche, ma pur sempre le stesse, per la gioia del pubblico che li ama da tempo.
Si inizia con un classico dei classici, New Gold Dream 81-81-83-84, dall’omonimo album da cui nel concerto i Simple Minds pescheranno anche Glittering Prize, Someone Somewhere in Summertime Big Sleep e Promised you a Miracle, si prosegue con See the Lights, tratta dal sottovalutato album degli anni ’90 Real Life, a cui seguirà sempre dallo stesso disco Stand By Love, il tutto intervallato da una chicca, Chelsea Girl, tratta da Life in A Day, primo disco e primo singolo in assoluto per la band nel lontano 1979.
In sostanza, questa prima parte del concerto, che serve a scaldare i motori, è tutta incentrata su quella perla di disco che fu New Gold Dream, che contende a Sparkle in the Rain il primato di disco più bello della band. E infatti arriva appunto Waterfront da Sparkle in the Rain a scaldare gli animi e a trasformare il teatro in una vera platea da concerto. Jim Kerr si intrattiene tra una canzone e l’altra col pubblico (a volte un po’ buffonescamente, come quando parla, con luogo comune che proprio lui potrebbe evitare, del cibo italiano, di tortelli e tortelloni), presenta la sua band dando ampio spazio ai singoli, e infatti Gordy Goudie canta Andy Wharol, cover di David Bowie, e subito dopo Sarah Brown canta Dancing Barefoot, di Patti Smith, entrambe cover che confluirono nel disco Neon Lights di qualche anno fa. Questa in realtà è l’unica parentesi che i Simple Minds dedicano ai loro lavori più recenti, decisamente inferiori, salvo Honest Town che apre il bis, tratta dall’album-rivelazione Big Music del 2014.
La prima parte si chiude con l’unica vera rivisitazione acustica in forma di ballata di un vecchio cavallo di battaglia, ovvero Speed Your Love to Me, e poi con l’immancabile Don’t You (pochi sanno forse che il pezzo più famoso dei Simple Minds non è scritto da loro e non fa parte di nessun disco), seguita da Sanctify Yourself, che curiosamente sarà l’unico pezzo, oltre alla immancabile chiusura con Alive and Kicking, di Once Upon a Time, che segnò negli anni ’80 il trionfo planetario della band.
Con Don’t You Jim azzecca la mossa di invitare il pubblico a ballare davanti al palco, ed ecco che il teatro diventa davvero concerto rock: tutti in piedi, folla sotto il palco, Kerr che stringe mani e canta con una voce che non sembra invecchiare.
Ce ne sarebbe già abbastanza, ma la parte più bella è il bis: Honest Town è una bellissima sorpresa, una cover di Prince, The Cross, è suonata magnificamente e sembra davvero una canzone della band, e poi arriva sul palco inneggiata da Jim Kerr la grintosissima KT Tunstall a suonare insieme Promised You a Miracle, riarrangiata per il tour proprio da lei, e For What it’s Worth It, altra cover leggendaria di Buffalo Springfield. Il pubblico è in visibilio, ed è quindi il momento per sparare Alive and Kicking, con cui il concerto si chiude.
Chi si aspettava le due ore e mezzo di concerto, o la messa in fila dei pezzi più famosi (mancano all’appello Upon the Catwalk, Mandela Day, Belfast Child, She’s the River, per esempio) potrà anche essere rimasto deluso, ma i Simple Minds hanno fatto bene a selezionare un ristretto numero di pezzi e circondarli con un paio di chicche e alcune cover: uno spettacolo a teatro non può essere la stessa cosa di un concerto, e bisognava dare un’impronta diversa, che giustificasse l’operazione di reincontrare il pubblico dopo soli due anni dal tour di Big Music. Tutto mirato, tutto azzeccato, tutto giusto: i Simple Minds, nonostante l’età e il fisico non proprio longilineo di Jim (Charlie, invece, si tiene ancora perfettamente) danno l’idea di essere una band in forma, e dopo l’inaspettata esplosione di Big Music, salutato come il migliore album della band dopo Sparkle in the Rain, sapere che stanno anche preparando il nuovo disco è un piacere. Non riempiranno più gli stadi come oggi i loro rivali-amici U2, ma almeno non si sono traditi.
autore: Francesco Postiglione
SCALETTA
New gold dream
See the lights
Glittering prize
Chelsea girl
Big sleep
Stand by love
Someone somewhere in summertime
Waterfront
Andy Wharol (David bowie cover) cantata da Gordie Goudie
Dancing barefoot (Patti Smith cover) cantata da Sherry Brown
Speed your love to me
Don’t you
Sanctify yourself
Bis:
Honest Town
The cross (Cover Prince)
Promised you a miracle (con KT Tunstall)
For what it’s worth it (cover Buffalo Springfield)
Alive and kicking