Sono passati all’incirca tre anni da quando sentì parlare per la prima volta dei Gutter Twins. Di tale sigla sono cointestatari Mark Lanegan e Greg Dulli, due tra le figure più eminenti di certo indie rock statunitense anni ’90. In tempi recenti, mentre Lanegan si è distinto per una carriera solista di sicuro pregio, così come di collaborazioni eccellenti sul piano artistico (la lista sarebbe lunga ma sono da citare almeno quelle con QOTSA e Isobell Campbell) anche Dulli si è dato da fare col monicker Twilight Singers, mettendo pure lo zampino in dischi altrui (gli Afterhours ne sanno qualcosa), sebbene con risultati meno eclatanti rispetto all’amico/collega. Proprio con la band italiana i due si erano esibiti dal vivo per la prima volta col nuovo progetto. In quell’occasione oltre a proporre alcune cover eseguirono l’allora inedita, “Idle Hands”, che ora ritroviamo come primo singolo estratto dal loro full-lenght “Saturnalia”. Un brano che francamente non rispecchia l’andamento generale del disco, zeppo com’è di chitarre sature e cori catacombali. A prevalere, infatti, sono più le ballate mid-tempo elettroacustiche che altro. Laddove, però, il suono si fa più minaccioso o l’incedere sale leggermente (“The Stations”, “All Misery/Flowers”, “Circle The Fringes”), le composizioni “vibrano” senza scuotere troppo a livello emozionale. A quel punto si fanno decisamente preferire ballate tipo “Who Will Lead Us” o il mantra di “Seven Stories Underground”. Non male, dallo stesso punto di vista, appaiono anche episodi quali “I Was In Love With You” e “Bête Noire”. Detto ciò, appare evidente che non si possa parlare del capolavoro tanto sperato quanto di una buona opera oscillante tra (prevalenti) alti e bassi. Memori delle qualità artistiche di Dulli e Lanegan, non abbiamo dubbi che la neonata coppia saprà trovare, in futuro, argomenti ancor più convincenti di quelli attuali…
Autore: LucaMauro Assante