Arrivi al secondo pezzo e ti ritrovi già succube di questo disco. “Time killed my love” è una pop song che rasenta la perfezione. La melodia è a metà strada tra un pezzo degli Strokes e i residui incontrollabili dell’ennesimo ascolto di “Road to nowhere” dei Talking Heads, gli strumenti acustici che dondolano accarezzati da una tromba sbarazzina… e tu povero ascoltatore che ti scopri a cantare a squarciagola versi tristissimi (“….I wonder why I’m still living this shit / It’s already a decade / that I wake up like this”) eppure irresistibili. “Sailing song”, con le sue melodie sbilenche e i riff taglienti piacerebbe molto ai Pixies. Scintille post-punk in “It turns me on”, che ha una bellissima coda strumentale. In “Sweet me” ci sono i Perturbazione come ospiti, e lo si capisce dalle prime note del violoncello di Elena, prima ancora che Tommaso inizi a doppiare la voce di Appino, singer dei Zen Circus…melodie che provocano brividi lungo la schiena. “Way south”, acustica e scoppiettante, ha quelle ruvidezza genuina che fu dei Violent Femmes (ci sono un paio di stacchi che suonano come omaggi alla mitica band di Milwaukee). Ancora melodie che impietose ti si attaccano al cervello in “My lovely end”, perla conclusiva del disco.
Dieci canzoni di cui è fin troppo facile innamorarsi perdutamente, sincere e irresistibili, sgangherate e dolce-amare come sono. Se poi ci mettete anche quel suono caldo che solo gli strumenti analogici d’annata (quelli che ora s’usa chiamare “vintage”, insomma) ti sanno dare, e i riferimenti illustri che questi ragazzi pisani ti fanno venire in mente (ma non si tratta dell’ennesimo clone “all’italiana” – attenzione ! – quella musica i ragazzi ce l’hanno ormai incastonata da qualche parte nel subconscio, non ci possono far niente!), capirete che questo dischetto ha tutte le carte in regola per meritare la vostra attenzione.
Simpatica anche la spiegazione nel booklet sul titolo del disco… Anche se, cari Zen Circus, la storia del “Doctor Seduction” non è esattamente così… magari quando verrete a Napoli ve la racconto!
Autore: Daniele Lama