Un uomo si chiude in casa per 5 giorni, al termine dei quali, con l’ausilio di nient’altro che un giradischi, un mixer, un pedale wah wah, un distorsore e un autoloop – sembra tanto: in realtà mancano un paio di aggeggini potenzialmente universali come sampler e computer –, viene fuori un disco: 7 tracce, poco più di mezz’ora. Bello e fatto. Dimenticavo: registrato su minidisc.
Alla T-Turn una roba del genere non la chiamano album, ma “instant production”. Come dire: di dischi così, in quattro e quattr’otto, Skizo, TayOne e scratchofila compagnia ne possono fare uno ogni fine-settimana. Lasciamo il termine “album” a materiale di più complessa e laboriosa gestazione. Oltretutto tra internet, banchi del merchandising ai concerti e qualche negozio iper-selezionato, di copie in giro ne vedrete poche.
Una possibile risposta potrebbe essere: che ce ne facciamo allora di un tale, probabile, “semilavorato”? Non bastavano remix, pre-mix, instrumentals e le altre “meta-produzioni” che accrescono l’affollamento del mercato?
La risposta è nel disco stesso. “Sbarbie Live in Praga” non lascia rimpiangere nulla di un album propriamente detto, così come TayOne non lascia rimpiangere nulla delle produzioni firmate Alien Army, la “super-milizia” abstract-scratch-hop in cui è regolarmente arruolato. Sua Maestà giradischi è ancora stabilmente sul trono del sound, a sibilare senza posa come un vero strumento.
Sarebbe tuttavia sbrigativo e impreciso effettuare un rimando tout court a “The End”, l’ultimo lavoro a firma Aliens. Fuori la bilancia: un giradischi, un mixer e un assetto strumentale fortemente rimaneggiato su un piatto, tot giradischi e mixer sull’altro. E le differenze schizzano fuori senza neanche dover andare a spulciarle più di tanto. Il sound di “Sbarbie” è “necessariamente” più scarno, più essenziale, meno frenetico e stratificato, scomposto in moviola da quei downtempo che fanno scavare nei ricordi (Gruff, non uno qualunque). La sostanza: scratch, a palate, e poi rasoiate di gelidi breaks, skits, voci e bagni di folla fuori campo (come se fosse un vero live…). Idee in quantità per il dj di Salerno. E chissà quante altre in arrivo. Come nel migliore dei mondi possibili…
Autore: Roberto Villani