Se tutti gli artisti che non fossero in fase produttiva artisticamente, come nel caso dei Gang farebbero cd di questo livello, allora il mondo del rock avrebbe molti meno protagonisti patetici. I Gang, anche se non pubblicano un album di brani interamente inediti da quel
“Controverso” del 2000, mantengono una dignità invidiabile. “Il seme e la speranza” è una sorta di concept album, nel quale vengono omaggiate le radici sia contadine sia quelle dell’antifascismo. La realizzazione de “Il seme e la speranza”, infatti, è stata possibile grazie a numerosi enti, tra cui la Confederazione italiana agricoltori, la Regione Marche, le quattro Province marchigiane e alcuni istituti storici della Liberazione. I fratelli Severini, accompagnati in questa bella avventura da diversi amici, tra cui Gastone Pietrucci de La Macina e Graziano Romani riprendono quattro loro vecchi brani:
“Comandante”, “Chico Mendes” e “La pianura dei 7 fratelli”, affidata al Coro delle Mondine di Novi, e “La canzone dell’emigrante”, originariamente in inglese in “Reds” e co-firmata con Ambrogio Sparagna. Fanno poi loro tre cover “This is you land” di Woody Ghutrie, qui resa corale, con i tanti ospiti, “A la molina no voy màa” di Victor Jara” e “Saluteremo il signor padrone”. Per quanto riguarda i brani inediti, spiccano per intensità “E’ terra nostra” e “Lacrime del sole” e soprattutto “4 maggio 1944 – in memoria”, dedicata ad un eccidio nazista a danno di una famiglia di Arcevia, un paese in provincia di Pesaro-Urbino. Un cd sicuramente didattico, dato che i Gang continuano a farci capire l’importanza delle nostre radici, per poter affrontare il futuro, riprendendo e valorizzando il percorso intrapreso con “Le radici e le ali”.
Autore: Vittorio Lannutti