Se togliete a questo disco l’idea di base, ovvero quella di rivisitare dei classici del pop-rock lesbico (da Melissa Etheridge a Kd Lang, da Tracy Chapman a Indigo Girls e Rough Trade…), coverizzandoli o semplicemente prendendone spunto, rimane ben poco. Il punto di forza del gruppo consiste fondamentalmente nel suo singolare approccio, tendente a coniugare impegno e attitudine “godereccia”. Ma, nella sostanza, l’electro acida e danzereccia delle Lesbians on Ecstasy non aggiunge niente di più a quanto già espresso negli ultimi anni dalle varie Peaches, Le Tigre, Chicks On Speed etc.
I beat sono triti e ritriti (forse giusto un tantino più “spinti” in quanto a casse dritte e bpm, rispetto a quanto sono solite proporci le donzelle sopra citate), le chitarre sono perlopiù tanto banali da suonare quasi imbarazzanti, e arrivati alla fine del disco si giunge facilmente alla conclusione che gruppi del genere dovrebbero limitarsi a produrre singoli (con risultati che, c’è da scommetterci, sarebbero senz’altro migliori). C’è poco da fare: se il loro intento è quello di “spodestare” gli odiosi maschi dalla loro posizione di dominio (o presunta tale) nel mondo della dance-music, queste lesbiche fatte di ecstasy avranno da lavorare ancora un bel po’.
Autore: Daniele Lama