Fiesta Alba è un quartetto che prova a resistere alla banalità del conformismo musicale, dello strapotere dei signori della discografia, del declino del rock, della dittatura dell’heavy rotation, della mistica dell’auto-tune. Esordiscono con questo Ep avvincente in cui si esprimono con un’intrigante miscela di scarno math rock, afrobeat minimalista, elettronica, post-punk, dub e rap. L’approccio dunque è cosmopolita. Tra richiami a Battles, Talking Heads, King Crimson, Fela Kuti, Steve Reich, Minutemen e Tera Melo i cinque brani procedono con disinvoltura. Si parte con il post punk di “Laundry”, che evoca The Pop Group e P.I.L., in cui l’intreccio di chitarre e un groove catchy sostengono un cantato che ricorda quello dell’Umberto Palazzo più scafato. Sghembo e ossessivo è il sound delle partiture quadrature del rap malato di “Juicy Lips”. Afrobeat, voce nigeriana e una chitarra tagliente punk-metal caratterizzano “Dem Say”, mentre chitarre orientalegganti si intrecciano con l’elettronica minimalista in “Burkina Phase”. La conclusiva “Octagon”, invece, è intrisa di geometrie elettroniche. Lavoro sperimentale e che promette bene per il futuro.
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autore: Vittorio Lannutti