Registrato a San Diego in California, il nuovo Ep Goodnight Civilization dei mid-romani Zu (alle pelli il nuovo batterista Gabe Sebian dei Locust) non si discosta poi tanto dai precedenti lavori, violenza sonora e spasimo sferragliante, larsen, inneschi, doom e chi più ne ha più ne metta per un tre tracce che sono già dosaggio sufficiente per conquistare gli amanti di uno strano industrial avanguardistico in fregola free jazz sperimentale; suonano i loro strumenti con perizia ampia, qualità ed originalità non mancano come pure il possesso di un’aggressività da cardiopalma che li ha fatti personaggi indiscussi della scena noise jazz core italiana.
Come sempre sono le già citate e disparate influenze presenti nel loro sound a fare la differenza, quel caos programmato tra istintività, dinamica ed elementi tecnici che una volta raggruppate raramente non hanno – diciamo mai – mancato il bersaglio di un ascolto immerso e interessato; sax, batteria, bassi gravi e viscere a go go sono la “poltiglia” benefica che la formazione distribuisce come manna dagli inferi, come la distrofia Sabbathiana della titletrack, la battuta impazzita fobico ossessiva dai sapori mediorientali Silent weapons for quiet wars o il sigillo finale di Easter woman, rivisitazione di un brano dei Residents che vede sanguinare l’ugola forsennata della guest Marc “Barney” Greenway vocalist dei Napalm Death.
Il “classico” disco degli Zu, si fa per dire, ma che comunque si distingue dalla massa come sempre, certo qualcosa di più alieno sarebbe ora di introdurlo, ma come si dice, a disco famelico non si guarda in bocca.
Zolfo & miasmi included!
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autore: Max Sannella