Con questo secondo cd i The Low Lows sono definitivamente approdati allo
slow core, lasciando sullo sfondo, ma neanche tanto, il noise-pop. Il loro slow core va molto in profondità, dilatando al massimo le loro malinconie, in pratica rallentano totalmente le incursioni dei Jesus and Mary Chain, in favore di un cantautorato intimista e struggente, sempre più avvolto su se stesso e continuando ad esplorare i territori cari ai Codeine. Nel corso del dell’album ci si trova di fronte ad un’evoluzione e ad un cambiamento progressivo e catartico. La riflessione e la malinconia pop lasciano gradualmente spazio alle ballate, sempre meste e nostalgiche ma dal forte accento country. “Tigers” è il perfetto brano da frontiera Usa, con quelle chitarre countreggianti che vanno in profondità, tuttavia le sei corde vanno ancora
più giù, nei meandri della nostra anima, nell¹evocativa “Disappear“, come l’ultimo Neil Young, mentre “It may be low” vede lo strano incrocio tra gli alfieri dello shoegazing ed il vecchio rocker canadese. Immaginatevi un Neil Young che suona con i fratelli Reid e avrete fatto la quadratura del cerchio di questo cd. “Shining violence” è un disco ricco di sfumature e di attenzioni, grazie alla ricercatezza di suoni e alla riflessività che trasmette, mettendoti in pace con te stesso.
Autore: Vittorio Lannutti