Quelli della sua etichetta (la “premiata” City Slang) lo definiscono affettuosamente il “nostro electro-nerd”, per il sottoscritto è soprattutto l’autore di una delle più belle cover di sempre (la versione electro di “There’s a light that never goes out” degli Smiths, ri-nominata “The light 3000”), per gli appassionati di elettronica è senza dubbio uno dei nomi più influenti del cosiddetto filone “indie-tronico” degli ultimi anni.
Dirk Dresselhaus, mente del progetto Schneider TM, dimostra – con questo suo nuovo, ottimo, “Škoda Mluvit”, di essere artista ben più ispirato, curioso e “coraggioso” di tanti (troppi, diciamolo) colleghi che si cimentano con la fatidica contaminazione tra indie-rock ed elettronica.
La sua musica è una costante, avvincente esplorazione tra generi e stimoli diversi, sovrapposti e riletti con straordinaria naturalezza e spontaneità. Le algide strutture elettroniche sono costantemente affiancate da percussioni etniche (splendidi certi inserti di kalimba!), incursioni hip-hop, dolci note di violoncello, chitarre, folgoranti melodie pop (“Cataractact” è una super-hit, tra le quattro mura della mia stanza), scanzonati riferimenti al kraut-rock (l’iniziale “More time”) e alla psichedelia, scampoli funk e calore soul. “Škoda Mluvit” potrà sembrare caotico e incostante, e molto probabilmente lo è. Nessuno lo potrebbe mai definire un disco noioso, in ogni caso.
Personalmente lo trovo geniale. Nel suo genere è sicuramente la migliore uscita degli ultimi duemila secoli.
Autore: Daniele Lama