“Il disco tratta il tema dell’alienazione umana, della comunicazione violenta, dell’amore e dell’esperienza onirica”.
Una band già bella che rodata sul fronte live dal 2007 (ricordiamo la performance alla trasmissione di Rock TV “Salaprove” e l’apertura dei concerti di Giorgio Canali & Rossofuoco, Betoschi e Polvo) e con alle spalle un EP, “Resig(Nation)” (2008), registrato e missato alla Salottino Production e distribuito dalla Jestrai Records, e un promo del 2009 da cui è tratto il brano “Dear Rea” (vai di gioco di parole), inserito nel corto “Nikotina” di Daniele Misischia: sono i MAdKIN.
La band, composta da Serena Jejè Pedullà (chitarre e voce), Giuseppe Raffaele (chitarre), El Pais (basso) e Riccardo Rea (batteria), torna ora con una nuova prova in studio: “Perdone La Molestia”.
Uscito nel 2011, “Perdone La Molestia” non delude le aspettative di quanti avevano già apprezzato il sound potente, corposo e sporco dei primi lavori firmati MAdKIN.
La violenza sonora la fa da padrone. L’aggressività della voce di Serena non lascia fiato nell’arco delle 12 tracce di “Perdone La Molestia”: le urla di gola non si sprecano, la voce è cupa e ricorda in parte quella di Sandra Nasi? (Guano Apes), nonostante il contesto musicale sia fondamentalmente diverso e più indirizzato verso territori grunge e metal più classici di matrice ‘90.
Fra urla, distorsioni a palla e ritmica forsennata trovano spazio anche brani più indirizzati verso la ballad (se di ballad si può parlare), come accade in “Orange Milagres”. Ma è solo un attimo, perché i MAdKIN sono la tipica band da live fatti di pogo violento, adrenalina e sudore a volontà, dimensione dove danno il meglio grazie a una serie di brani che prendono sin dal primo istante sia a livello melodico che fisico.
Non mancano i momenti di ricercatezza, in particolare sulla ritmica, nei tempi che non si limitano a fossilizzarsi sul classico 4/4 sperimentando figurazioni più complesse.
Registrato e mixato allo Snakes Studios e masterizzato in analogico al Pisi Mastering Studio, “Perdone La Molestia” ha la pecca di avere un mixing e un mastering non propriamente eccelsi, cosa che non permette al sound originale della band di emergere (basta fare uno svelto paragone con i vecchi lavori, molto più curati sotto questo aspetto), prezzo da pagare nelle autoproduzioni a costi ridotti.
Non fosse per questo (vai, che potete sempre remixarlo e rimasterizzarlo) “Perdone La Molestia” è un album che spacca il culo e che, inserito nel giusto canale, potrebbe portare i nostri anche al di fuori dei confini nazionali, grazie ad un sound sicuramente più vicino alle produzioni americane che non a quelle europee o italiane.
Autore: Giuseppe Galato