Non vi nascondo la mia immensa curiosità di vedere dal vivo uno dei gruppi di cui più si è parlato negli ultimi tempi. Mi riferisco ai Yeah Yeah Yeahs, trio di New York nato sulla scia dei White Stripes e ormai punta di diamante della scena ribattezzata come “Nu Wave”.
L’Estragon è stracolmo, molto più del solito. In giro si fanno largo tra la folla le varie cloni di Karen O (alcune di queste anche niente male!). Ma bando alle chiacchiere. Apre il concerto il gruppo
che ha seguito gli YYYs per la tournèe europea e cioè i The Locust. Vi confesso che conoscevo la band solo di nome, ma mi sono bastati 30-40 secondi (praticamente una canzone) per rendermi conto dell’immensa lacuna. I The Locust prendono il meglio dal meglio: l’impatto sonoro è in stile Melt Banana, le atmosfere inquietanti e claustrofobiche dei Converge e le dissonanze degli Ex Models. Il Live è praticamente perfetto, senza sbavature, anche se per i non amanti del genere (una sorta di screamo-core) il live può essere risultato alla lunga un pò noioso in quanto la band non è che offrisse molte soluzioni oltre qualla di andare a duecento orari.
Archiviata la pratica The Locust, i YYYs ci mettono un pò a presentarsi sul palco (con relativa scocciatura del popolo dell’Estragon). Ma finalmente ci siamo; si spengono le luci, il trio di New York sale sul palco. Il gruppo comincia subito con un uno-due (Black Togue e Man) dall’album “Fever to Tell”. L’Estragon si surriscalda ed il pubblico diviene sempre più partecipe in un’atmosfera intima e viscerale in salsa Rock and Roll che raggiunge il culmine a metà concerto con i due singoli “Pin” e “Maps” e con la danzereccia “Date with a night”.
Ma non è tutto. Il viaggio continua tra le movenze grintose e sensuali di Karen O supportata
magistralmente dai due musicesti Nick Zinner (chitarra) e Brian Chase (batteria), che ci conducono
al grann finale tra le note 80’s di “Our time” canzone di chiusura dell’Ep “Yeah Yeah Yeahs” targato Touch’n Go. Gran bel live niente da dire. Credo che sia più che giustificato il gran parlare che si fa di questo gruppo per due motivi principali. Il primo riguarda Karen O. Dal vivo canta da Dio,
danza, ammicca, si commuove, indossa abiti tra il fashion ed il kitsch: il suo è uno show nello show. Karen si candida a diventare una delle nuove eroine del rock. Il secondo motivo riguarda il carisma del gruppo (elemento rarissimo soprattutto per le bands giovani come questa), che ha saputo catturare l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine.
Il carisma: elemento discriminante tra le buone bands e quelle che fanno la differenza, che ti fanno
innamorare di chi lo possiede un pò come quando si è ragazzini e cioè senza domande…nella maniera più pura e reale.
Autore: Gennaro Marazzo