Teatro Trianon, ambiente di classe, platea piena, gallerie un po’ meno, sul palco il cantautorato italiano finalmente arricchito di strumenti e suoni, nuovi non alle orecchie di chi ascolta lei, ma di chi ascolta lui. Il cantautorato italiano, quello acustico, classico, e che ha vinto grazie alle belle parole, ha trovato qualcosa di nuovo. E’ Meg la colpevole. Finalmente.
Sul palco ci sono delle lampadine che fanno da base per l’impianto di illuminazione, dei teli bianchi che ricoprono le casse, Meg, vestito lungo, nero, Colapesce giacca e maglietta bianca, tanti strumenti. La cosa che ha reso magico questo concerto, e l’ha reso interessante anche agli occhi dei disinteressati, è stata la fusione completa di questi due artisti, all’apparenza così differenti ed inconciliabili. Il “Bipolare Tour” ha raccolto sapientemente la voce oscura di Colapesce e l’ha sfumata con la bellissima e colorata voce di Meg, ha preso le parole del siciliano Urciullo e le ha arricchite di un suono corposo ed elettronico, ha estrapolato i semi sonori dell’ex componente dei 99 Posse, li ha rafforzati con l’ospitalità e l’ironia siciliana e ha giocato con brevissime intro di classici di Smashing Pumpkins e Prodigy (ndd).
Il risultato finale è stato eccellente: un pubblico attento è stato trascinato dalla grande, classica “Distante , rapito da “Satellite“, dalla dolcezza infinita di “Restiamo in casa” e dalla particolarmente insolita “Bogotà“. Il pubblico, seduto, ha accolto e cantato con piacere grandi canzoni di Meg (la maggior parte del concerto, a dire il vero) ed ha scoperto (perché gran parte del pubblico conosceva poco Colapesce, a Napoli visto davvero pochissimo) i brani di Lorenzo con la curiosità necessaria all’amore. Il concerto si è concluso con Battiato, un altro siciliano, con la cover di “Summer on a solitary beach“. Un segno di riconoscenza più che giusto, sia per le origini, sia perché l’innovazione intrinseca alla musica del maestro, è stata l’ingrediente primario del concerto al Trianon.
Prima del concerto ripetevo a me stesso che il cantautorato italiano mi ha stancato. Forse l’ultimo che è riuscito ad accogliermi nel suo mondo è stato proprio Colapesce; ma la monotonia che generalmente colpisce il cantautorato italiano è la condanna a morte di una scena musicale che non sorprende più. Ecco perché questo concerto è stata un’illuminazione, una dimostrazione di come si può fare qualcosa di nuovo, si può incantare il grande pubblico con delle canzoni che suonano veramente bene; non con parole che parlano di postini che consegnano lettere d’amore, ma con il suono che ti trasporta, con la bella voce e la genialità di certe parole. Ieri una nuova musica italiana mi ha stupito ed affascinato, ieri ho ascoltato delle canzoni che oggi ho cercato di riascoltare su Youtube. Non le ho trovate. Ecco perché ieri sera Colapesce e Meg hanno battuto tutti. Perché hanno creato qualcosa che non si può riascoltare se non da loro, ecco perché se stasera dovesse esserci una replica, io correrei a vederla.
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autore: Alessandro Caiazzo