Non è mai facile descrivere un album di Sasu Ripatti, musichiere elettronico finlandese noto alle cronache come Vladislav Delay, e non solo. Prima di tutto va evidenziato che la release di cui all’oggetto esce per la Leaf, che non solo adotta un nome attraente, ma allarga ulteriormente le proprie vedute musicali. L’album si chiama “Tummaa”, è stato registrato l’inverno scorso in un periodo chiamato in finlandese “Kaamos”, dove le giornate in Finlandia sono piuttosto brevi e precisamente tra i mesi di dicembre e febbraio. Sasu Ripatti e famiglia abitano in un’isola sul mar Baltico all’interno del circolo polare artico, il significato del termine “Tummaa” è proprio “buio”. Non che sia un album con sonorità “oscure”, anzi, al contrario, Delay imposta il suo piccolo collettivo composto da egli stesso alle percussioni, lo scozzese Craig Armstrong al rhodes e al piano e l’argentino Lucio Capece al clarinetto e sassofono, quasi come fosse un trio live. Inoltre è risaputo che Sasu è un grandissimo appassionato di jazz e che quindi tende a infarcire le sue strutture elettroacustiche con quanto possa essere d’impostazione jazzistica, s’immagina istintivamente una vocazione free.
Nella realizzazione di strutture dalla parvenza complicata, ma certamente più fluide rispetto al passato, sono convogliate, com’è nello stile del compositore, continue destrutturazioni e imbottiture di samples ed effetti digitali. La ritmica esiste e non, certamente non ci sono beats “tangibili”, le variazioni di tempo e dei pattern sono alquanto minime e ridotte all’osso e molto spesso sono immedesimabili interazioni di suoni che possano anche per percussivi, ma solo identificabili come tali per il senso ritmico che offrono. Inoltre concedono un prezioso spunto per appoggiare delle non-melodie e qualche ripetitività ossessiva che si smarca pur non sfibrando, essendo l’ascoltatore distratto dalla ricchezza di sonorità che non rendono “Tummaa” un disco ampolloso, anzi, trattasi di uno sprono per apprezzare per bene questo disco, giacché rendono più ipnotico l’intero album al quale bisogna prestare un minimo di attenzione come se si osservasse una bella opera di un paesaggio ricco e allo stesso tempo affascinante e decadente.
Autore: Luigi Ferrara