Dopo il cambio del cantante e un Ep i Lags pubblicano il loro primo lavoro sulla lunga distanza. I Lags sono un quartetto romano che hanno sui trent’anni e utilizzano la musica per esorcizzare le paure di una società sempre più frammentata e che sta andando a rotoli. Musicalmente il quartetto si colloca lungo l’asse del post-harcore con belle chitarre che evocano i Fugazi e i Mission Of Burma e con un cantato vicino a quello dei At the Drive-In. Una band di qualità che nasconde una curiosità: alla batteria c’è Andrew Howe il campione di atletica leggera.
I Lags hanno una visione sul sociale e sulle dinamiche del potere, come emerge nell’irruenta “Fear, controlo, mothers”, brano ispirato da un articolo di Noam Chomsky, nel quale i parlano di come il potere strumentalizzi la ‘paura collettiva’, per gestire a suo piacimento la società. Questo brano fa il paio con “Turbin”, perché il tema trattato in questo caso è quello delle difficoltà che possono riscontrarsi nell’immedesimazione con gli schieramenti politici che ci rappresentano.
La visione larga dei Lags emerge anche nella convulsa e rabbiosa “The flight of the files”, testo sulla disillusione, perché ispirato alle rivolte turche e alle delusioni causare dai mancati cambiamenti.
I quattro manifestano il loro totale agnosticismo nel vibrante post-punk di “The stream”. Nel complesso “Pilot” si rivela un ottimo esordio, perché sa coniugare ottime testi con musica di alta qualità.
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autore: Vittorio Lannutti