I Canadesi METZ con il loro album d’esordio ed i loro live incendiari segnano un ritorno a quanto c’è di meglio nel suonare sodo, con uguale intensità sia in concerto che in studio; un frenetico richiamo a Nation of Ulysses, Shellac, The Pixies, The Jesus Lizard, e Public Image Ltd. nei loro momenti più viziosi mentre si ritagliavano un posto di rilievo nella scena indie a cavallo tra ‘80 e ’90. Seppur giovani, i tre Canadesi sono a giro già da 3 anni ed hanno già diviso il palco con mostri sacri come Mission of Burma, Mudhoney, Oneida e NoMeansNo. METZ è il loro debutto omonimo ed è stato prodotto da Graham Walsh (Holy Fuck) e Alexandre Bonenfant. Ondate di feedback organiche e distorte costruiscono la tensione che scende e si scarica magistralmente dentro ad ogni traccia in modo implacabile con impulsi noise dissonanti. Sia dal vivo che in quest’album METZ articolano con chiarezza assordante quello che sapevamo già da tempo: il mondo della buona musica ha bisogno di un nuovo power trio, ed eccolo qua.
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