Ristampa dell’anno? Con ogni probabilità. Questa gemma di Iggy Pop e James Williamson torna a nuova vita, un po’ come successe nel 1997 con “Raw Power”, il terzo album degli Stooges, su cui mise le mani lo stesso Iggy per far dimenticare l’infame lavoro svolto nel ’73 da David Bowie.
E così le chitarre tornarono a ruggire, il basso a pulsare, la voce dell’Iguana a graffiare.
Ci trovammo al cospetto di un disco nuovo di zecca. Cosa che accade adesso anche con “Kill City”, 33 anni dopo la sua uscita. Anche perché le ristampe di questo Lp finora immesse sul mercato sono state realizzate a partire dalla prima edizione in vinile verde, e non dai master originali, con una qualità audio ovviamente non eccelsa. A questo giro, invece, la Bomp! ha deciso di fare le cose come si deve: ha rintracciato i nastri originali e li ha consegnati a James Williamson che ha remixato e rimasterizzato l’album. Ma è tutta la storia di questo disco, del resto, a essere peculiare.
Registrato a Los Angeles nel 1975 nell’immediato post-Stooges, in uno dei momenti più bui della vita e della carriera dell’Iguana, “Kill City” rimase nei cassetti per due anni. Vide la luce per l’etichetta di Greg Shaw che sfruttò il momento propizio del ritorno in pista di Iggy con “Lust For Life” e “The Idiot”, pubblicati appunto nel 1977.
“Kill City” è un lavoro importante, oserei dire cruciale nella storia artistica e personale di Mr. Osterberg. Fotografa il passaggio dagli Stooges alla nuova fase della sua carriera da solista.
Ci sono echi della sua vecchia formazione e infatti la scaletta prevede “I Got Nothin’” e “Johanna”, due episodi suonati live coi tardi Stooges. Ma si apre anche a soluzioni sonore e vocali totalmente nuove.
Se l’iniziale title-track ha chitarre killer e un tiro rollingstoniano, la successiva “Sell Your Love” è una splendida ballata notturna, con un sax che si staglia e i cori che danno un tocco di magia soul. Anche nel rock’n’roll in midtempo di “Beyond The Law” il sax gioca un ruolo fondamentale sottolineando l’impatto vocale e chitarristico del pezzo. Ed è ancora grande rock’n’roll con l’abrasiva “I Got Nothin’” e poi nella disperata love-song “Johanna” dove la voce di Iggy si insinua alla perfezione tra gli inserti del piano, i riff chitarristici di Williamson e un sax sempre più prezioso e intrigante.
Ma è con “Consolation Prizes” che i due ex-Stooges firmano il capolavoro dell’album: un episodio solare, dal tiro quasi power-pop, che non avresti mai creduto potesse essere firmato da un campione della paranoia e dell’autodistruzione come Iggy. E se in “No Sense Of Crime” spicca la voce di Mr. Osterberg, ora calda e avvolgente, in “Lucky Monkeys” aleggia ancora una volta lo spirito degli Stones più depravati. Mentre la conclusione è ancora una volta sorprendente, con le morbidezze (sin troppo accentuate) della strumentale “Master Change”.
Autore: Roberto Calabrò
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