A diversi anni di distanza, riprende vita il progetto musicale This Immortal Coil, la project -band partorita dalla mente del boss dell’etichetta inglese 4AD, Ivo Watts-Russel, che, nelle precedenti uscite ha coordinato le voci e i musicisti della propria scuderia, nella realizzazione di albums-tributo che hanno riguardato: Van Morrison, Tim Buckley, Syd Barret, Alex Chilton, David Crosby.
La rilettura si proponeva soprattutto la proposizione delle pagine più oscure, o meno note, degli autorevoli autori, spargendo a piene mani nelle trame esecuzioni ed oscure preparazioni dark, che hanno aiutato anch’esse ad edificare l’immagine di un gruppo schivo, sottratto persino all’esposizione mediatica nella promozione delle proprie opere.
L’ultima realizzazione “The Dark Age Of Love” prende le mosse dalla scomparsa di Jhonn Balance, membro, insieme a Peter Christopherson (ex-Throbbing Gristle) dei Coil, la band inglese che già nell’83 imbastiva lunghe composizioni industrial-elettroniche. Coordinatore del nuovo corso e del cambio di etichetta del progetto TIC, è Stéphane Grégoire, il quale ha reclutato numerosi artisti presenti nella compilation tra i quali si segnalano: Sylvain Chauveau, pianista e compositore moderno in area Fat Cat Rec, Type Records; Bonnie Prince Billy aka“Will Oldham”, ex membro dei Palace ed esponente di spicco della generazione nu-folk americana.
Scorrendo l’elenco Yaël Naim, Yann Tiersen, Matt Elliott (Third Eye Foundation), DAAU, Chapelier Fou, Christine Ott, Oktopus, Nightwood, David Donatien, completano la formazione.
Le undici cover presentate nella compilation, mostrano una rilettura accorta e minuziosa delle preziose atmosfere oscure e rarefatte elaborate dai Coil, riconoscendone agli autori la composizione rituale, arricchita di numerose sovraincisioni strumentali.
La sensibilità ed il talento dei musicisti trasmettono le visioni decadenti, mentre le interpretazioni vocali enfatizzano il senso di inquietudine e di abbandono che le pervade.
L’album parte in tono sommesso con le interpretazioni non particolarmente convincenti della title track e della successiva “Red Queen”.
La materia comincia a prendere consistenza in “Ostia” (the death of Pasolini) tratta dall’album dell’86 “Horse Rotorvator”; è la traccia che suggestiona le visioni degli spettri, evocate dal suono del clarinetto di Bonnie Prince Billy, che popolarono la spiaggia del litorale romano all’epoca dell’assassinio del regista italiano.
“Love Secret Demain” invece, è una ballad oscura e tenebrosa, un’invocazione angosciata che esalta le doti interpretative di Matt Elliot, che in “Teenage Lightning” si ripete, evocando le ritualità decadenti della band inglese, tanto da meritarsi i ringraziamenti del membro superstite dei Coil, Peter Christopherson.
La filastrocca strampalata ed ipnotica eseguita al clavicembalo, accompagna la voce di Elliot in ”Outro LSD”, ballata che risolve l’opera e la consegna all’ascolto degli appassionati fans dei Coil ed a quanti colpiti dalle numerose combinazioni presentate nella compilation.
Autore: g.ancora
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