Con due date in Italia, 22 agosto a Asolo e 23 agosto nella splendida cornice del villaggio post-moderno di Carroponte, a Sesto San Giovanni, gli Interpol hanno festeggiato con i fan italiani il quindicinale di Turn on the Bright Lights, tuttora il loro disco più bello, nonché il primo, quello che nel 2002 inaugurò davvero la stagione gloriosa della rinascita della new wave, con una musica malinconinca e al contempo molto rock di cui Paul Banks e compagni sono stati fino a poco fa senza dubbio i campioni indiscussi. Ebbene quelle sonorità nascono con Turn on the Bright Lights, e quindici anni fa splendevano di luce propria e assoluta. Perle come Obstacle 1, PDA, Stella, e le ballate straordinariamente melodiche e malinconiche come Untitled e NYC hanno segnato un solco nella new wave del nuovo millennio.
Eppure Paul Banks e soci hanno saputo rovinare tutto questo, perlomeno per la data di Milano, con un concerto assolutamente non all’altezza neppure della fama già tiepida degli Interpol come band dal vivo. Chi li ha visti già in Italia in passato (come chi vi scrive) ha toccato con mano la veridicità di questa fama, non immeritata: diciamolo, non è nelle corde di questo gruppo l’esibizione dal vivo. La band suona benissimo, la batteria di Sam Fogarino in particolare ha spiccato il volo, e Daniel Kessler è sempre prezioso alla chitarra. Ma chi non funziona proprio è Banks, imbarazzato al punto da sembrare non saper suonare e cantare contemporaneamente.
Se rimane sicuro alla chitarra (la seconda chitarra per gli Interpol è un elemento fondamentale del loro suono così particolare, tutt’altro che un orpello) tralascia però di dare sfumature alla voce, e per non perdere la tonalità si rifugia in un unico monotono assolutamente al di sotto delle sue capacità, gracchiante e poco adatto alle variazioni, ai sospiri, alle sfumature di cui le sue canzoni sono fatte.
L’altro errore è la scaletta: certamente, doveva essere strutturata sul primo disco, ma era necessario iniziare proprio da lì e sprecare subito, quando la band ancora non è registrata sui suoni, Untitled e Obstacle 1 e NYC, solo per eseguire in rigoroso ordine cronologico e filologico il disco originale? In pratica, gli Interpol trovano un suono solido solo con Hands Away, ma a quel punto le canzoni più belle, a parte Obstacle 2, sono già esaurite. L’album va via con Stella was a Driver, Roland, The New, Leif Erickson, che non sono proprio i colpi migliori, anche se nel complesso quindici anni fa completavano quel disco stupendo. Si poteva invece cominciare con qualche bella e importante canzone dei dischi successivi, attaccare poi anche tutto Turn On, e poi chiudere con i pezzi classici, come poi di fatto gli Interpol faranno con Slow Hands, Heinrich Manouver e Evil, alternati, qui con ottima scelta, a un inedito, Real Life, e una splendida chicca dei tempi del primo disco, Specialist.
Not Even Jail e Take it on a Cruise, tratti da Antics, il secondo disco, completano una scaletta decisamente troppo breve per un concerto rievocativo (solo 19 pezzi, con cinque album all’attivo?), e non azzeccata dal punto di vista della sequenza.
Se poi consideriamo che ci mette lo zampino anche il fonico, a non indovinare mai il livello della voce di Paul, che di fatto non si sente o quasi nei pezzi più rock, si può capire il disastro. Mai gli Interpol avevano suonato così male in Italia.
Il risultato è che a parte le file davanti, il pubblico non balla, non si muove, guarda il cellulare, fuma, beve birra. Insomma, manco fosse una discoteca. Eppure si rievocava un disco che a suo modo fa storia nell’ambito del rock del nuovo millennio, un disco centrale per tutto il sound che è venuto dopo, per gli Interpol stessi ma anche per Editors, Stellastarr, White Lies, e anche certo indie di maniera. Stavolta, Paul Banks e soci l’hanno veramente fatta grossa.
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http://splash.interpolnyc.com/
autore: Francesco Postiglione
SCALETTA
Untitled
Obstacle 1
NYC
PDA
Say hello to the angels
Hands away
Obstacle 2
Stella was a driver
Roland
the New
Leif Erickson
Not even Jail
Take it on a cruise
Real life
Slow Hands
bis:
All the Rage back home
Specialist
Heinrich Manouver
Evil