I No Strings Left sono un giovane gruppo di Napoli molto deciso e con le idee chiare, che apre il proprio disco d’esordio citando, in ‘Avant la Bataille’, tra drumming nervoso e mitragliatrici, la lettura di un estratto dell’antico Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, contenente un invito ai giovani a prendere il potere spazzando via il vecchio.
Il quartetto, composto da Fabio Molli (chitarra e voce), Mario Vitale (chitarra e voce), Michelangelo Serpico (basso), e Antonio Moky Di Sarno (batteria), suona punk rock con urgenza ed entusiasmo, ricordando spesso i Mudhoney (‘The Eternal Promise of Charm’), ricercando la spontaneità attraverso un’incisione di getto, capace di catturare la foga del momento e di coinvolgere, scontando tuttavia qualcosa, in termini di riuscita finale, poiché in alcune occasioni il disco non risulta abbastanza meditato, non facendo emergere la discreta qualità della scrittura.
Campionamenti vocali, sempre in inglese, e rumorismi assortiti, si intervallano tra i brani, che in alcuni casi prendono carattere grunge o psichedelico (la valida ‘Little Song to Dance’, che supera i sei minuti di durata, e la successiva ‘Manage your Beauty’), e sebbene manchino singoli episodi di spicco (buoni episodi alternative sono tuttavia ‘Get me Out’, ‘East of the Sun’ e ‘No Strings Left’), La Prise de la Bastille regala ad ogni modo ritmo e divertimento, anche sulla scia di certo brit pop tipo Arctic Monkeys.
Un passo falso la bonus track conclusiva di 12 minuti, e troppo anonima la voce dei due cantanti, a conti fatti un grosso limite dei No Strings Left cui bisognerebbe rimediare in futuro.
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Autore: Fausto Turi