La costruzione del suono di questo trio è sempre possente, un edificio sonoro in continua crescita in grado di esaltare l’ascoltatore appassionato di noise e di feedback.
Giunti al secondo disco i Buildings, si sono fatti produrre da Bob Watson, direte voi: “ecco perché ti ha fatto un’ottima impressione!”. Sfido io, quando c’è dietro le quinte il bassista degli Shellac allora il suono è una garanzia, basta ascoltare il lavoro che sta facendo con i Mission Of Burma da quando sono rinati.
Torniamo ai Buildings. Questo trio di Minneapolis ha appreso molto bene la lezione impartita da Jesus Lizard, Shellac, Wire, Nine Inch Nails e Mission Of Burma.
In Melt City Slip mandano staffilate noise, vibranti e percussive, senza fare sconti a nessuno. Con il loro post punk aggressivo non hanno bisogno di ’elettronica ma l’approccio non è distante da quello dei Wire e dei NIN.
Stupende le parti tese, in cui la tensione stenta ad esplodere (“Mishaped head”) o quando la circolarità del noise ci porta verso il math, ma senza mai giungerci del tutto (“I don’t love my dog anymore”). In autunno passano in Europa, se potete non perdeteli.
Autore: Vittorio Lannutti