E’ un miracolo “caotico” che si ripete, dopo l’overdose del precedente Fractal del 2012, i Tongs, punta di diamante della scena “oltre alternative” italiana, se ne escono con un nuovo disco di nove tracce che porta lo stesso loro nome, ed è immediatamente duro condensato di math-rock dalle forti connotazioni industrial, un filo rosso incandescente che lega stretti (tra i molteplici) Primus, metallizzazioni di lega TAD e affinità con vertigini marziali alla ZU, tracce che si cibano famelicamente di certi anni 90’s , quelli delle sperimentazioni/innesti rock in tutte le forme e sostanze.
Il duo dei Tongs – Antonio Bertoni basso/elettronica e Carlo Garof batteria/percussioni – fanno letteralmente “quadrato” tra ritmica serrata e un basso che detta legge, tracce strumentali che danno le dimensioni a bagliori, fuochi e stati amniotici in sequenza maniacale, tutte attitudini che i Tongs affinano, rielaborano, ripristinano e smontano in un costante delirio stilistico, di ricerca.
Non cercate forme canzoni qui dentro, piuttosto se amate le fucine sonore d’avanguardia, talune tribalità, qui potreste perdervi, una jungla sonico mercuriale che al passaggio del funky a maglio (Kintsugi), dei rimbrotti di un basso selvaggio (Melma), del doom luminoso (Dogon) o del barlume di melodia abissale che arieggia in Mushroom vi rapina maestosamente di in qualsiasi bisogno di pace interiore cui anelaste.
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autore: Max Sannella