Secondo capitolo per i toscani Vanz, che con questo secondo Ep, completano quanto avevano iniziato con l’esordio “Self destruction”. In effetti, se nel primo Ep ironizzavano sull’autodistruzione, in questo secondo lavoro, i Vanz pongono l’accento sull’auto-ricostruzione. In ogni caso, a parte l’ironia, il quartetto toscano ribadisce il suo approccio straight edge, dato che è molto attento alla capacità di tenere accesso il cervello. Tuttavia, lo stright edge per i Vanz è solo un atteggiamento mentale dato
che a livello musicale lo stile non si discosta di molto dal primo Ep.
Anche in questo secondo lavoro, infatti, i sei brani sono strutturati su un pop-rock melodico, con accenni punk, di chiara matrice new school californiana. Il disco si ascolta con molto piacere grazie alle doti del quartetto di creare melodie orecchiabili, ma mai banali proprio grazie
a chitarre che di tanto in tanto sono in grado di graffiare come nelle migliore tradizione pop-punk.
Autore: Vittorio Lannutti