Devo premettere che ho particolarmente amato Nick Saloman e i suoi The Bevis Frond, affascinato dai suoni e da quella profonda aura “underground” che ha caratterizzato soprattutto i dischi degli esordi “Miasma”, “Inner Marshland”, “Bevis Through The Looking Glass”, “Triptych”, pubblicati tra il 1987 e il 1988, e contenenti piccoli gioielli di rock psichedelico saturo, umbratile, lo-fi, acido … come cristallizzato nelle splendide “She’s In Love With Time”, “Termination Station Grey”, “The Shire”, “Into The Cryptic Mist”, “Lights Are Changing” …; sicuramente nulla di nuovo, ed anzi i richiami e le “citazioni” agli anni sessanta sono tante, ma Saloman ha dimostrato di aver interiorizzato e metabolizzato quel viaggio sonoro e visionario e a suo modo lo ha restituito con diretta immediatezza, tanto da far passare in secondo piano sia l’autoreferenziale indulgenza che la nostalgica essenza che è propria di quei lavori discografici.
Accade, però, che Saloman decida di “ripulire” il suono, di emanciparlo e di renderlo più fruibile e, nei confini dettati comunque dalla sua musica, mainstream e al contempo di avviare una produzione intensa, fatta anche di collaborazioni, alcune illustri come “Magic Eye” con Twink (doveroso citare il suo storico e imprescindibile “Think Pink” del 1971), perdendosi così nei meandri di una eccessiva operazione discografica destinata ad arricchire le collezioni degli appassionati.
E così, a nome The Bevis Frond, Saloman ha pubblicato “Focus On Nature” (Fire Records) che viene presentato sul sito della Fire Records (https://www.firerecords.com/product/the-bevis-frond-focus-on-nature/ – consultato il 10 marzo 2024) come “Seventy-five minutes of glorious melodies that span 60s psych, English folk, Seattle art-punks The Wipers, the buzzsaw pop of Dinosaur Jr and Hendrix-esque explorations. There’s always an element of playful Englishness to their music”.
A ben ascoltare, Saloman conferma la sua ottima scrittura, sempre carica di richiami, e declina sia il peculiare suono degli esordi che gli eccessi, dando alle stampe un doppio vinile per appassionati del genere, ricco di spunti e di “facile” ascolto.
Apre il Side A la fisicità e il riff della bella “Heat” a cui fa seguito la desertica e ammaliante “Focus On Nature”.
Se “God’s Gift” appare fuggire dalle sonorità anni sessanta, “Vitruvian Man” spicca per reminiscenza e per mesta delicatezza retrò.
Chiude il Side A la melodica e indie-pop “A Mirror”, deviata dall’assolo “reverse” di chitarra.
Il Side B, si apre con la ballata da fine millennio “Leb Off” … e sulle direttrici sino a questo punto tracciate prosegue l’ascolto, tra momenti più “acustici” e morbidi “Brocadine”, “Happy Wings”, “I Can’t Breathe”, “Hairstreaks”, cavalcate “Empty” e “Jack Immortal”, “stravaganze” sonore “Wrong Way Round”, nostalgie del passato di matrice rock-blues-folk “Mr Freds Disco” e “Big Black Sky” e “Here For the Other One”, orecchiabile gusto “Maybe We Got It Wrong”, miscellanea tra gli anni settanta e gli anni novanta “The Hug” (il tema di chitarra evoca l’incedere di Cannonball dei The Breeder) e prove di forza “Hung on a Wire”.
In tutto “Focus On Nature”, che terminato l’ascolto appare sicuramente troppo lungo e ripetitivo (19 brani in totale) – un singolo PL sarebbe stato più funzionale – emerge prepotente la chitarra, per un Saloman che continua a sognare a suo modo e nel suo mo(n)do.
https://bevisfrond.bandcamp.com/
https://www.firerecords.com/artists/the-bevis-frond/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063733119142