“Good Morning Apnea” segna il ritorno in grande stile dei Lana. Con alle spalle un EP e un album ma soprattutto, forti di diverse esperienze live, alcune anche parecchio importanti (hanno avuto l’onore e l’onere di dividere il palco con i Tre Allegri Ragazzi Morti, i Verdena e gli Ulan Bator, mica robetta!), si sono ripresi da uno stand-by che durava dal 2007. La pausa, è evidente, deve avergli fatto parecchio bene. In realtà chi conosce già il quartetto lombardo sa bene di cos’è capace ma non si può negare che in questi anni di silenzio siano molto maturati, e quest’album lo dimostra. Non hanno affatto perso la vena rock-grunge che li contraddistingue fin dall’esordio, infatti il disco si apre con la potente “Breath”, ma anche quando passano a sonorità d’ispirazione più psichedelica, come “Desmond”, fanno perfettamente il loro dovere. Che dire dell’omonima “Lana”? Pezzo riuscitissimo, un’ottima prova di prog italiano, dove brilla soprattutto la voce di Matteo Perego, che forse non brillerà troppo per estensione ma è sicuramente perfetta per il genere, senza contare la disinvoltura con cui passa dai testi in italiano a quelli in inglese, una rara avis tra le band emergenti. Un plauso va però anche a tutto il resto della band: parti ritmiche sempre perfette e chitarra impeccabile, il tutto però senza sfociare in un manierismo pretenzioso o nell’esasperazione della perfezione tecnica. I Lana parlano di “Good Mornin Apnea” come un disco oscuro, che non vuole farsi comprendere. La realtà è che questo è un album che cattura al primo ascolto: la band ha saputo dipingere con la musica la disperazione e la solitudine dell’uomo moderno, cui nessuno può rimanere indifferente. Altro che incomprensibili, si fanno capire perfettamente.
Autore: Veronica S. Valli