Il 15 marzo è la data romana del tour di presentazione di Quaristice, nuovo lavoro del duo Rob Brown e Sean Booth (nella foto), a.k.a Autechre, uno dei gruppi più importanti della Warp Records.
La location, che inizialmente era prevista alle Officine Marconi, è stata spostata al Brancaleone, ma oramai questa è la normalità nella capitale, dove per organizzare un evento devi passare attraverso la burocrazia e gli interessi economici delle solite lobbie.
Apre la serata Rob Hall, dj di fiducia degli Autechre, segue la performance degli SND che un po’ di gente scambia per gli Autechre: sicuramente le sonorità sono simili e nel buio totale della sala e del palco non è facile distinguere i volti di chi suona, ma mi chiedo se non si è proprio fan del gruppo e magari si va alla serata solo perchè considerata cool, almeno un’occhiata alla line up affissa sarebbe il caso di darla, prima di sbalordirsi sulla durata e sull’orario della performance ma non sulla differenza di sound.
Rob Hall ritorna in consolle per preparare la sala con un sound in puro stile Warp, suoni frammentati e variazioni improvvise. Gli Autechre fanno letteralmente vibrare la sala con bassi profondi e sonorità cupe che tuttavia non si avvicinano minimamente a quelle estreme di un tempo. Coloro che hanno esercitato un’influenza senza eguali nella destrutturazione del ritmo e del suono, coloro che hanno fatto della contaminazione tra generi il loro motivo d’essere e dell’imprevedibilità la parola chiave danno vita ad un live banale, di Quaristice non vi è traccia. I ritmi sono molto più semplici di quelli ai quali ci ha abituato finora il duo di Rochdale, sicuramente più simili a quelli del progetto Gescom, più vicino alla techno minimale e alla dance che alla sperimentazione e all’artificial intelligence in stile Warp. Degli Autechre al Brancaleone non rimane che la corporeità del loro suono in veste dubstep.
Il loro set sarebbe più adatto ad una location costruita per l’ascolto più che per il clubbing.
Marco Passarani riporta il Brancaleone alle sonorità alle quali si è abituato nelle ultime due stagioni, dando soddisfazione agli abitué del club in cerca di ritmi più commerciali (in pratica coloro che imprecavano durante le performance degli artisti precedenti si placano e cominciano a ballare).
Autore: Giuseppe Guariniello
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