Sono stranianti come pochi questi Gablè che shakerano, in Cute horse cut, il pop nella maniera più varia possibile. Hanno coraggio da vendere i francesci, su 19 brani non c’è uno uguale all’altro, e questo è sintomo di enorme creatività; e quasi tutti cambiano al loro interno diversi registri stilistici.
Rallentamenti e ripartenze inaspettate sono l’unico aspetto che accomuna queste tracce, che possono essere ammalianti o del tutto ansiogene, rilassanti o nevrotiche, nel quale vengono amalgamati alla rinfusa dream-pop, hip-hop, elettronica, pop classico, musica classica, punk, psichedelia.
Vi basta? Negli ultimi anni mi sono imbattuto raramente in gruppi così creativi.
Autore: Vittorio Lannutti